L’oro di Giovanni. Il restauro della croce di Mercatello e il trecento riminese, la mostra in programma dal 18 settembre al 7 novembre a Palazzo Buonadrata di Rimini, ricorderà Enzo Pruccoli (nella foto), a dieci anni dalla scomparsa. Sabato 18 settembre, nel corso dell’inaugurazione in programma alle 11.00, la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, per volontà del Presidente Mauro Ioli, premierà un autorevole esponente della cultura italiana con una targa in memoria dell’indimenticato Enzo Pruccoli. A ricevere il riconoscimento sarà quest’anno Giovanni Carlo Federico Villa*, molto legato a Rimini, professore associato di Storia dell’Arte Moderna all’università di Bergamo e membro del Collegio didattico di Dottorato in Studi Umanistici Transculturali.
Enzo Pruccoli, uomo di erudizione non comune e di altrettanta sagacia, è stato il responsabile dell'Ufficio Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini fino alla prematura scomparsa, all’inizio del 2011. La sua figura è stata tutt’uno con le attività dell'Istituto nel campo delle arti e dei saperi: al contributo della sua competenza, esperienza e capacità persuasiva si devono alcuni interventi fondamentali per la comunità riminese, condotti con il sostegno economico della Fondazione stessa. Da ricordare, tra l’altro, la collaborazione con Dino Palloni nel lavoro preparatorio per il recupero architettonico e filologico di Castel Sismondo e per la sua trasformazione in importante sede espositiva; gli acquisti delle tavole trecentesche e degli altri dipinti antichi della collezione della Fondazione; l'acquisto dell'imponente e fondamentale biblioteca di Augusto Campana (trentamila libri e carte di studio ora in deposito presso la Gambalunga); la pubblicazione degli Scritti di Campana (tre volumi di due tomi ciascuno, più altri quattro volumi con inediti e affondi critici). E tante altre attività, tutte indirizzate al bene comune della città, in una piena riscoperta delle sue radici storiche e identitarie.
"A ‘scuola’ da Enzo Pruccoli – dice oggi Alessandro Giovanardi che ne ha raccolto il testimone all’Ufficio Cultura della Fondazione - ho appreso che l'ironia e la parresia sono virtù eminenti quanto pericolose nell'ambito degli studi, ma necessarie come l'erudizione stessa e che per la bibliofilia si possono compiere vere follie. Ho appreso soprattutto come la cultura sia il più delicato e prezioso dei beni comuni da custodire e trasmettere, affidato, spesso, a un pugno di volenterosi galantuomini che lavorano alle imprese più importanti in silenzio".
La mostra porrà a confronto le splendide croci di Giovanni da Rimini presenti sul territorio italiano. All’opera di Mercatello si affiancherà l’importante croce dipinta della chiesa di San Lorenzo a Talamello e il più piccolo crocifisso “Diotallevi” dei Musei Comunali di Rimini, forse proveniente da Sant’Agostino. Altri confronti si potranno avere con la croce sagomata dell’Antiquario Moretti di Firenze, il crocifisso Spina del maestro di Montefiore e la testa di Giuliano da Rimini, questi due ultimi di proprietà della Fondazione stessa e in deposito nei Musei Comunali.
L’esposizione L’oro di Giovanni. Il restauro della croce di Mercatello e il trecento riminese sarà ad ingresso libero con accesso regolato in base alle vigenti disposizioni anti Covid-19. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e dal Soroptimist Rimini, e organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose A. Marvelli con il decisivo contributo di Crédit Agricole Italia e dell’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia Romagna. Sostengono la mostra anche Fondazione e Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Rimini, Digitalprint e Ikuvium.