Caro Diario hai visto che a Rivabella devastano l’ultimo pezzo di verde per costruire un altro po’ di palazzine? Alla fine tutta la politica di preservare il suolo, di riconvertire l’esistente, di salvare identità e storia locale la fanno sparire sotto qualche tonnellata di cemento. Però, dicono che faranno il verde e gli alberi. Come alla Corderia di Viserba, dove lo slogan è “Vivi nel Verde, Vivi Felice” anche se poi di verde non c’è più niente, ma al suo posto un bel buco pieno di cemento armato fino ai denti, per far spazio all’ennesimo negozio di media superficie. In un solo colpo hanno eliminato alberi e inferto l’ennesimo attacco ai negozi di vicinato. Ah, hanno pure tombinato il fosso, tanto le bombe d’acqua mica ci sono dalle nostre parti. Vedremo se alla fine almeno il Vecchio Mulino verrà dato alla cittadinanza oppure succederà qualcosa sul più bello.
Ti dicevo di Rivabella. Mi hanno raccontato che l’assemblea con l’amministrazione è stata molto tesa, ma tanto i progetti ci sono, le delibere anche e alla fine si farà tutto come da copione. Pensa che è un progetto che ha 24 anni, è del 1999 ed è arrivato ai giorni nostri con qualche modifica nel 2016. Sembra che il ritorno per la comunità saranno quei 200 posti auto e un po’ di verde, oltre ad un aumento del traffico in una zona con una densità abitativa e turistica decisamente al collasso già da ora, figurati quando sarà finito tutto. L’area era destinata ad ospitare anche dell’edilizia scolastica, che qui non è pervenuta e menzionata. A quanto pare si è deciso di barattare l’edilizia scolastica con un’offerta di parcheggi sicuramente importante ma dedicata quasi interamente al periodo estivo. Quello che forse non è compreso è che quell’area riguarda una serie di temi importanti per la nostra città: consumo di territorio, viabilità, qualità della vita e istruzione. Non dettagli marginali, ma scelte che dovrebbero quantomeno essere discusse con la cittadinanza. Pubblicare un avviso tecnico con trenta giorni di tempo per fare le osservazioni non basta a mascherare quello che dovrebbe essere un percorso se non partecipato, quantomeno informato.
Caro Diario per fortuna ci sei te che mi ascolti, con la speranza che qualcosa arrivi anche in città. Non si chiede molto, solo un po’ di condivisione e di ascolto, che magari qualche idea buona la possiamo avere anche noi, gente di periferia.
PS: la fotografia è stata scattata oggi su via Marconi. Una delle operazioni di greenwashing più eclatanti degli ultimi anni riminesi, con una tale faccia tosta da superare ogni possibile immaginazione. Al bar, i filosofi direbbero che “hanno la faccia come il c...”
Stefano Benaglia