"Caro Diario, ieri mi ha colpito l’articolo sull’hotel Grazia in via Palotta a Viserba. Credo sia venuto il momento di affrontare il fenomeno dell’immigrazione guardando in faccia la realtà e il momento storico che stiamo vivendo. L’immigrazione è un fenomeno che senza dubbio ha contribuito ad evolvere le società, tutti siamo più o meno discendenti di migranti ed abbiamo nelle nostre famiglie chi è partito per cercare fortuna in altri paesi. Non credo alla favola della pura razza italica e a tutte quelle fandonie raccontate per darsi una parvenza di patria, per cui magari un giorno morire.
Credo invece nel rispetto tra le persone, nella necessità di una giustizia sociale e nel senso di comunità che ogni luogo dovrebbe avere. Questi “Centro di Accoglienza Straordinaria” sono esattamente l’opposto di tutto quello che serve a fare integrazione. All’interno vivono senza uno scopo e senza un’utilità sociale decine di persone, che non producono nulla ma che sono in costante attesa di non si sa che cosa. Senza un obiettivo di vita, trascorrono ore a bighellonare e occupano il tempo cedendo ai vizi più disperati, diventando talvolta un fenomeno violento e ingestibile. Non riescono a diventare parte della comunità che li sta ospitando perché semplicemente non lo vogliono fare. E questo sistema aumenta solo diffidenza, paura e razzismo.
Su un punto voglio essere molto chiaro, anche se lo sono stato già altre volte, voglio ribadirlo: vanno salvati e accolti tutti i migranti, che siano in mezzo al mare o in mezzo al deserto. Tutti. Accolti, curati, rimessi in piedi e poi destinati ad essere parte di questa nostra società. Però questo non accade quasi mai. Si trasformano in pedine di un sistema economico parallelo che permette di rendere redditive strutture alberghiere ormai marginali, che diventano di colpo carnai senza regole dove vige la legge del più forte. Buchi neri di legalità e civiltà che non sono arginabili e dentro cui si perdono persone per bene che vogliono integrarsi e avere una vita migliore nel nostro paese. La polizia locale non riesce a gestire il decoro e la politica è spaventata dall’accusa di razzismo o intolleranza. Le attività commerciali e ricettive soffrono per le difficoltà che queste strutture creano all’economia della città.
Garantire la serenità della propria vita, la libertà personale, la giustizia sociale, l’equità di trattamento davanti alla giustizia dovrebbero essere ideali dei partiti di sinistra a cui non possiamo rinunciare. Martin Luther King sognava un mondo dove non contasse il colore della pelle ma il valore delle proprie azioni, ma questo oggi non avviene perché non c’è la volontà politica, di entrambi gli schieramenti, di essere oggettivi nella visione delle cose: la sinistra vive sul politicamente corretto e sull’assistenzialismo, la destra cavalca in maniera becera la paura dello straniero.
Entrambi gli schieramenti non vogliono risolvere il problema. Sarebbe ovvio il paradigma: ti accolgo, impari l’italiano, ti integri nella comunità e produci benessere per te e per gli altri e diventi cittadino italiano a tutti gli effetti. Senza che a contare sia il colore della tua pelle o la tua religione.
Oggi invece vediamo esattamente l’opposto e l’hotel Grazia è solo l’esempio lampante che queste politiche migratorie hanno fallito e sono senza futuro.
Mentre la nostra città è ingessata dalle guerre interne del Partito Democratico per le nomine regionali e allagata ogni volta che piove acqua dal cielo, la città rimane tra le più pericolose del bel paese, con un’insicurezza percepita dalla popolazione ai livelli mai visti prima.
Caro Diario dire che è ora di fare basta con fallimentari ideologie, basta essere vittime di noi stessi e di una cultura tossica che non serve ad affrontare con lucidità i problemi. Riprendiamoci la città e diamola a chi lavora, si impegna e produce bellezza indipendentemente dalla sua nazionalità o dal colore della sua pelle.
Il 30 Settembre ore 15.30 ci vediamo all’hotel Oxygen per parlare di turismo e della nostra città, con ospiti importanti. Ci vediamo lì".
Stefano Benaglia