"I flussi giornalieri di profughi ucraini verso la provincia di Rimini stanno assumendo dimensioni sempre più importanti. I numeri sono analoghi a quelli del territorio bolognese, molto più vasto. In proporzione, l’area riminese è quella in Emilia-Romagna in cui maggiore è l’impatto dell’emergenza umanitaria scaturita dalla guerra in Ucraina. I numeri parlano chiaro e ci dicono che solo nella provincia di Rimini, ad oggi, sono arrivate oltre 2000 persone.
Famiglie, anziani e bambini che stanno cercando un posto sicuro qui da noi, e che abbiamo il dovere etico di aiutare, mettendo in campo tutte le nostre migliori forze ed energie. Per farlo al meglio serve però la massima sinergia tra enti preposti al coordinamento di questa emergenza, ognuno con i mezzi e i canali che ha a disposizione.
Gli strumenti che possono mettere in campo la Provincia e i 27 Comuni del territorio, così come gli strumenti ordinari (i CAS) della Prefettura, non sono assolutamente sufficienti a esaudire le richieste di aiuto e accoglienza, in esponenziale incremento. Il Comune di Rimini ha aggiunto 50 posti letto all’interno dei progetti SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) e, solo negli ultimi due giorni, ha fatto il possibile per trovare una sistemazione a più di 100 persone, grazie anche all’indispensabile collaborazione con il terzo settore. Ma dinnanzi a un fenomeno di tali dimensioni non basta, i mezzi che abbiamo a disposizione come enti locali non possono rispondere a una crisi di tale livello.
Quello che oggi chiediamo come Comune e Provincia di Rimini è dunque che venga immediatamente e formalmente riconosciuta l’eccezionalità di quello che sta accadendo, come prevede l’ordinanza della protezione civile del 4 marzo. È urgente che gli organi preposti attivino il percorso emergenziale previsto dalla cabina di regia della Regione.
A brevissimo ci saranno famiglie senza un tetto e un posto dove dormire. Siamo di fronte a un quadro urgente e drammatico, con mamme, bimbi e persone costrette a scappare da una città martoriata dalle bombe e da una guerra che nessuno voleva.
In questi giorni, insieme alle realtà filantropiche e al mondo del volontariato, abbiamo costituito il Tavolo di Coordinamento del Terzo settore, una realtà che sarà fondamentale per dare una mano alla comunità ucraina. Serve però uno scatto in più, che passa dalla consapevolezza della straordinarietà del fenomeno che ci troviamo davanti, che porta con sé la necessità di attuare interventi altrettanto straordinari".