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Opinioni 16:53 | 25/01/2021 - Rimini

"Quali sbandati? Sono abbandonati in cerca di un aiuto"

"Continuiamo a leggere titoli e notizie di persone definite “sbandate” che si ritrovano in alloggi di fortuna e che vengono sgomberati, quindi cacciati da quegli unici luoghi dove sono costretti a trovare riparo, dopo che troppo spesso ultimamente (ma non solo) succede qualche tipo di disgrazia.

Crediamo non sia più sopportabile la retorica che continua ad accompagnare queste persone, che altro non sono che vittime dell’abbandono istituzionale che arriva da lontano e che nel contesto nel quale ci troviamo rischia di essere sempre maggiore.

Queste persone sono parte di quel pezzo di società “invisibile” per il quale troppo poco si interviene, sono parte di un problema esistente e duraturo che ha sempre più urgenza di essere affrontato seriamente lasciando una volta per tutte da parte quella odiosa retorica frutto di uno stigma insopportabile verso i più deboli.

C’è estremamente bisogno che si superi una volta per tutte la concezione di emergenzialità con la quale si affronta questo problema e che si diano risposte e soluzioni strutturate e strutturali.

Proprio quegli alberghi dismessi possono diventare luoghi di accoglienza; in questo periodo a Rimini circa 300 strutture alberghiere (molte delle quali obsolete e fuori mercato, tra l’altro appetibili da tempo alle mafie) sono abbandonate o in vendita; crediamo che adesso sia il momento di voltare pagina, acquisendo alcune di quelle strutture, cambiandone destinazione d’uso, e mettendole a disposizione del patrimonio Acer per destinarle a coloro che continuano ad essere costretti alla ricerca di alloggi di fortuna, ad una vita senza dignità e a quello stigma intollerabile.

Partiamo da questo, assicuriamo un tetto a tutte e tutti, potenziamo i servizi di prossimità in ogni quartiere.

Ricordiamoci che il presente e il futuro prossimo di tutte e tutti sarà sempre più duro, che interi pezzi della nostra società rischiano di scivolare verso una condizione di vita sempre più precaria; se non partiamo dagli ultimi, dagli invisibili, se non cambiamo una volta per tutte l’approccio che la politica ha il dovere di avere, superando la concezione emergenziale, per risolvere questo enorme problema in maniera strutturale, di prendersi cura e assicurare una vita dignitosa a tutte e tutti, continueremo ad essere colpevolmente complici di quella che presto potrà tramutarsi a tutti gli effetti in una sempre meno gestibile carneficina sociale".

ER Coraggiosa Rimini