Giovedì 19 luglio il Consiglio Comunale di Riccione scriverà l'atto finale, amministrativamente ma non politicamente, sullo sfratto della CGIL dalla vecchia sede di viale Ceccarini. E lo farà con una apparentemente innocua variazione di bilancio. Questa delibera andrà a chiudere il cerchio dell'operazione iniziata con lo sfratto della CGIL dalla sede di viale Ceccarini a Riccione e proseguita con la richiesta, sempre alla CGIL, dell'esorbitante cifra di 3 milioni di euro per l'acquisto. Meno di così, aveva detto il Sindaco Renata Tosi, non si poteva chiedere, altrimenti avrebbero potuto accusarla di danno erariale nei confronti del Comune.
Messa fuori gioco la nostra Organizzazione sindacale che quella cifra non poteva pagarla ma che quella sede l'aveva costruita con i risparmi dei lavoratori, l'Amministrazione Comunale di Riccione ha: cambiato la destinazione d'uso consentendo la trasformazione in appartamenti; abbassato la richiesta economica; accettato, dopo un'asta pubblica e una gara informale andate deserte, l'offerta di 800.000 euro da parte di un privato.
La CGIL, più di due anni fa, aveva fatto un'offerta maggiore di 800.000 euro, se accettata avrebbe fatto un mutuo e per la seconda volta avrebbe ricomprato una sede che, seppure su suolo comunale, era stata costruita con i sacrifici e le tante sottoscrizioni dei lavoratori anni e anni fa. Niente da fare, il Sindaco non volle sentire ragioni, la CGIL doveva traslocare. Ora il tempo della verità per questa brutta storia è arrivato e noi saremo lì ad ascoltare da vicino sperando che il dibattito in Consiglio Comunale e soprattutto gli interventi dell'opposizione contribuiscano a fare chiarezza e a dire se tutto è regolare.
Per quanto ci riguarda il nostro lavoro continuiamo a farlo nella nostra sede di via Igino Righetti, nei luoghi di lavoro nelle piazze e in tutti i luoghi dove i lavoratori, i pensionati, i precari, i disoccupati chiedono tutele e diritti.
La Segreteria Confederale CGIL Rimini