Sui monopattini elettrici ne stiamo sentendo tante, troppe. Voci ottimiste, pessimiste, moderatamente realistiche e via così. La verità è che molti genitori hanno pensato così: "diamo un goccio di soldi in più al figliolo in vacanza per agevolargli gli spostamenti in monopattino elettrico, è la migliore soluzione ai problemi degli spostamenti pubblici".
Al solito, c'è un un equivoco. Da un lato la moda. Girare in monopattino fa molto "nordeuropa", società civile a zero emissioni e così via per la gioia dei celebri vegetariani. D'altro canto c'è il motivo della "ripartenza", della riaccensione dei consumi sbandierata da quei telegiornali "veline" che si eccitano lanciando la notizia del 100% in più nella vendita di cicli rispetto all'estate 2019. Le note idee vecchie come gli anni Novanta e la "nuova ecologia" fatta di decrescita felice e cicli su ciclabili stile Olanda con ciclamini sul fondo teatrale al posto dei tulipani.
La realtà è diversa. I monopattini che arrivano tranquillamente a 25 km orari (e oltre - difficile registrare con precisione) sono guidati spesso e volentieri, a Riccione e nelle altre città italiane, da persone minorenni che non usano i manuali di scuolaguida nemmeno come fermaporte. Comprensibile. Solo a 18 anni potranno imparare qualcosa sulle regole della strada. Ma una spolverata di nozioni sulla segnaletica potevano prenderla anche prima no? Visto e considerato che il loro monopattino va veloce. Visto e considerato, poi, che lo parcheggiano sul marciapiede come niente fosse. O per meglio dire: lo parcheggiano come fosse la loro bicicletta a rotelle.
Per risolvere la situazione, FdI a livello regionale ha firmato un'interrogazione coi consiglieri Tagliaferri, Lisei e Barcaiuolo. I nodi sono due:
1) assicurazione obbligatoria per il monopattino o in alternativa responsabilità civile personale
2) divieto categorico di parcheggiarlo sui marciapiedi.
Per l'esattezza (citiamo l'interrogazione) ci si chiede se "alla luce delle norme previste dal codice della strada, i monopattini elettrici in sosta sui marciapiedi, almeno nei casi in cui non è presente un’apposita segnalazione che la consenta, siano passibili di sanzione amministrativa ai sensi dell’articolo 158 del codice della strada". Basterebbe guardare i paesi civili (che non sono quelli "frugali") per capire che la strada di FdI è quella buona. In Regno Unito, per dire, è ancora valida la sacra usanza di common law che sanziona con multa di 300 sterline (333 euro) chi parcheggia il monopattino sul marciapiedi. Più sei punti decurtati dalla patente. E volete sapere di che anno è quella legge inglese? 1998. Bisognerebbe sempre vigilare su quel che accade senza andare avanti con la grancassa progressista che ben conosciamo in Emilia Romagna: e fare invece come il nostro Tagliaferri che ha osservato come "i monopattini debbano avere obbligatoriamente, come previsto dal Codice della strada, un impianto di illuminazione, un sistema frenante, segnalazione acustica. Oltre a rispettare limiti di velocità difficilmente controllabili". Che non è un colpo di dadi di Einstein. Ma una semplice osservazione figlia del buon senso, quello che la sinistra ha reso così comune da farlo sparire di scena.
Direi che è tempo di darsi una mossa per arginare comportamenti stradali degni di Arancia meccanica. L'estate non merita di essere rovinata da queste barbarie stradali.
Maria Grazia Gravina - membro della segreteria FDI