Caravaggio era rissoso, provocatorio, sempre pronto ad azzuffarsi, a fare risse a duello. Caravaggio ha perfino ucciso. Eppure in questa sua sregolata vita di strada è riuscito a estrapolare un’essenza, a trasformarla in arte, diventando un esempio di autentica virtù. Nella continua voracità di afferrare senza misura la densità di un vivere prorompente e ombroso, egli sapeva ritornare davanti alla tela con una profonda misura morale. La notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 è stata la notte meno caravaggesca di sempre; dall’altare maggiore dell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo è stata rubata la sua Natività per poi essere consegnata alla mafia. Una dissacrazione che tocca gli abissi dell’abiezione, senza appello, senza speranza. Uno specchio della realtà che non gode di un contemporaneo contraltare, un rapimento che non ha portato nessuna metafora, nessuna duplicità imperscrutabile. A Palermo la notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 Caravaggio è morto, praticamente appena nato (perché appena nata era la sua notorietà), violentato dall’inciviltà. E oggi la speranza di resurrezione si accende con il collaboratore di giustizia Franco Di Carlo che sostiene che l’opera sia ancora intatta nel suo originario splendore a casa di un boss palermitano.
“Secondo me la tela è integra e ancora in Sicilia”, sostiene. Il Merisi e la Sicilia godono di un’intima familiarità. L’artista ha operato in questa regione producendo opere straordinarie (non si può non menzionare il “Seppellimento di Santa Lucia” nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia, a Siracusa) e la Sicilia, di fatto è caravaggesca; un luogo dove convivono sia un senso d’abisso e morte (se pensiamo alla dimensione decadente della letteratura siciliana) che la forte esaltazione di una bellezza e sensibilità storica. Una terra unica, ricca, aperta, felice. E se la Natività fosse ancora sull’isola i siciliani di oggi, forti di questa eccezionale duplicità, avrebbero l’occasione unica di ridare Caravaggio a quella notte. Magari in una notte di siciliana virtù.
Stefania Bozzo
Opinioni
17:27 | 07/03/2018 - Forlì