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Opinioni 15:06 | 11/04/2018 - Dall'Italia

Il Tomb Raider con Alicia Vikander è impressionismo allo stato puro

Alicia Vikander, l’attrice che interpreta Lara Croft nel neo cinematografico Tomb Raider, gode di un’energia talmente compressa e immediata che risuona visivamente anche annullando il ritmo sonoro. Il nuovo Tomb Raider potrebbe essere tranquillamente anche un film muto. E sarebbe godibile. Capibile lo è ancor prima di vederlo, quindi ti rechi al cinema esclusivamente per godere di una forza avventuriera talmente sconfinata che ti fa naufragare dolce nel mare dell’immedesimazione. Addio a qualsivoglia pessimismo storico, ci avviciniamo alla natura e per due ore siamo Lara Croft, nostro malgrado. Ci imbarchiamo in un lungo viaggio per mare fino alle coste di una misteriosa isola al largo del Giappone scortati dal capitano della nave Lu Ren e, immergendoci tra miti e leggende orientali, affrontiamo coraggiosamente la minaccia di chi sta progettando un genocidio globale. Siamo invincibilmente forti. Con un outfit mimetico, ma non così tecnico come quello della Jolie, attuiamo la trasformazione alterando la dimensione del reale; capovolgendo talmente le parti che la Vikander se ne sta a sgranocchiare tranquillamente popcorn mentre noi andiamo a caccia di Lord Richard Croft. La favola craftiana esplora il grado zero della realtà e della sensatezza ma nel suo estremismo ha un coefficiente spettacolare che ci investe di virtus che non ci fanno riflettere ma agire stando fermi; cogliendo le sensazioni del momento. Il film tocca sempre il climax di un messaggio che non c’è. Qualcosa accade continuamente ma passerà presto, intanto la vita è in quelle vittoriose imprese passeggere che impediscono alla protagonista (quindi anche a noi) di soffrire per 118 minuti. E’ puro impressionismo. E nell’essenza imprendibile delle cose percepiamo del film un’emozione sottile e istantanea. Il piacere di un tempo breve e trasformista, dove ogni tormento, passione, profondità della coscienza rimane dimenticata o sospesa. Un film insignificante, ma godereccio. Almeno, questa è l’impressione.
Stefania Bozzo

Cronaca