Anche per i malati oncologici le informazioni sugli stili di vita e le attività quotidiane, insieme allo stato di salute psicofisico, possono essere utilizzate per predire la sopravvivenza. Lo afferma un recente studio dell’EORTC, l’Organizzazione europea per la ricerca e cura del cancro pubblicato su una rivista internazionale. E’ stata fatta una metanalisi individuando 44 studi condotti tra il 2006 e il 2018 che riportavano dati sulla qualità di vita di oltre 28mila pazienti affetti da 13 diversi tipi di cancro. I punteggi raccolti sono stati combinati con i dati clinici dei pazienti come le dimensioni del tumore, la stadiazione e la concentrazione di marcatori nel sangue dei malati. In 41 dei 44 studi ( 93%) almeno un risultato relativo alla qualità di vita era associato in maniera significativa alla sopravvivenza globale al netto di altre variabili. Tra i fattori che più di altri possono servire a capire la prognosi sono risultati l’efficienza fisica (17 studi , 39%) e lo stato di salute generale (15 studi, 34%). Rendere leggibili, uniformi e misurabili le informazioni sulla qualità di vita può aiutare i servizi sanitari a comprendere le esigenze dei pazienti e può essere utile a realizzare una mappatura della qualità di vita dei malati di tumore in paesi diversi.
dott. Alessandro Bovicelli