Radio Vaticana, che da questa settimana tutti i sabato ci regalerà un notiziario completamente in lingua latina, è una radio coraggiosamente indipendentista; anche se potrebbe sembrare solamente un pochino conservatrice. E’ nato un vero e proprio radiogiornale, con servizi e notizie in una lingua morta, che praticamente vive di se stesso. Diciamo che si basta. E non importa se le news su Papa Francesco e la Santa Sede praticamente le capiranno solo Papa Francesco e la Santa Sede. E’ un programma radiofonico a circuito chiuso, se ne frega completamente della sua funzione divulgativa gongolandosi nel suo piccolo Stato bisbigliando tra se e se su cosa succede sotto la sua Cupola. E in quella mezz’ora tutto l’apparato ecclesiale ci si infila proprio sotto. Ben sigillati, con le loro frasi in latino che rimbalzano all’interno come limpidi codici per loro, mentre noi potremmo sintonizzarci dall’esterno alle dodici e mezza sentendone giusto gli echi. Praticamente una volta a settimana abbiamo la strabiliante e imperdibile possibilità di origliare fuori dal Cupolone. Certo, perché dovremmo appoggiare l’orecchio per sentirne solo il bisbiglio? Non varrebbe la pena tutto sommato spegnere la frequenza e, AMEN, che si capiscano tra di loro? Non lo so, ma se gli editorialisti dei media vaticani hanno così deciso evidentemente anche tali echi incomprensibili avranno i loro effetti sullo spirito. Forse il fascino dell’antico che emerge e che ci ricorda da dove veniamo, quel fascino che va oltre ogni comprensione. Quindi in soldoni possiamo tranquillamente origliare le faccende della Santa Sede senza capirne un fico secco, e avere comunque dei benefici anche da stranieri. Popolo cristiano, Radio Vaticana ci aspetta quindi tutti i sabato alle 12.30 intorno al suo Cupolone. E le antenne alzate sono le nostre.
Stefania Bozzo