E’ arrivata l’ufficializzazione sull’attribuzione a Mantegna del dipinto “Resurrezione di Cristo”, conservato in un deposito della vastissima e gloriosa Accademia Carrara di Bergamo, e che ora è pubblicato sul catalogo
completo dei Dipinti Italiani del Trecento e del Quattrocento del museo bergamasco. Una piccola croce sul margine inferiore del quadro della tavola ha portato Giovanni Valagussa, conservatore dell’Accademia, a
stabilire una contiguità con un altro capolavoro del pittore padovano “Discesa al Limbo”, venduto in asta da Sotheby’s nel 2003.
“Quando un anno e mezzo fa ci siamo messi a lavorare al catalogo dei dipinti antichi del museo lo abbiamo ripreso in mano” riporta Valagussa. E quando Keith Christiansen del Metropolitan Museum of Art di New York, il più importante esperto al mondo sull’artista, ha avvallato l’originalità dell’opera, il dittico è apparso nella sua interezza. Mantegna è risorto dal limbo dell’incertezza. E Cristo e Mantegna sono vivi entrambi grazie alla croce. Una similitudine fra Maestri. Giorgio Vasari, nelle sue celebri Vite, profetizza “Andrea di sì gentili e lodevoli costumi in tutte le sue azioni che sarà sempre di lui memoria non solo nella patria ma in tutto il mondo”.
Solo che qualcuno a Bergamo sulla sua nota “Discesa al Limbo” la memoria l’ha persa, eccome. E’ inverosimile conoscere entrambi i dipinti e non avvitarli in un unicum, senza l’ausilio di virtuosismi tecnici o rispolveri, ma semplicemente e banalmente dando un colpo d’occhio alla volta. La croce salvifica Mantegna, ma non è determinante nella Resurrezione del maestro. Eppure è stata una Resurrezione lunga; un anno e mezzo di Deposizione per arrivare all’ascesa dal Limbo. E poi quell’espressione del Cristo all’ingiù, quasi contemplativa, ci riporta alla Basilica di San Zeno a Verona, alla sua Pala. Osservando la cristallina bellezza del polittico del Mantegna riconosciamo nel volto di Giovanni Battista qualcosa del Messia bergamasco. Quello sguardo, rivolto all’ingiù, che nella Resurrezione sotterra gli sguardi all’insù dei soldati. Una prospettiva espressiva che comprime la scena in uno spazio dove il Cristo, solo, schiaccia tutti. “Il Cristo vivo” di Mantegna salvato dalla croce. Una Resurrezione lenta nei cieli bergamaschi.
Stefania Bozzo