Dopo la chiusura di una parte delle comunità montane dell’Emilia Romagna, ritenute inutili “doppioni” sul territorio, sono state create le Unioni dei Comuni. Tali Unioni hanno portato un'ulteriore frammentazione di competenze e risorse sul territorio, aumentando esponenzialmente la burocrazia. Infatti delegando a questi enti di secondo livello, si è creato un meccanismo incontrollabile che genera servizi scarsi non efficienti ed efficaci, con costi di gestione superiori. Questo artifizio amministrativo sottrae risorse economiche ai piccoli comuni che potrebbero gestire, bene e meglio le “criticità” del proprio territorio, invece di demandare ad altro ente che per la maggior parte delle volte non interviene; in provincia di Rimini abbiamo due esempi di fallimenti conclamati: Unione Valle del Marecchia e Unione Valle del Conca.
L’impianto politico regionale che governa gli enti locali di secondo livello è miseramente fallito, creando per il cittadino, le imprese e gli amministratori un altro mostro burocratico che dilunga tutti gli atti amministrativi e si autoalimenta coi fondi che sarebbero altrimenti destinati alla realizzazione di servizi ed infrastrutture strategiche per le zone periferiche e montane. Il vecchio vizio della sinistra di creare mostri burocratici che si autoalimentano con i soldi dei contribuenti continua a riemergere in un momento in cui la nostra terra avrebbe bisogno come non mai di ascolto e pronta risposta di un ente prossimo e snello. Per questo mi impegno a mettere mano a questa situazione proponendo la progressiva chiusura delle Unioni dei Comuni che dovranno essere sostituite integralmente da convenzioni tra Comuni omogenei per territorio e popolazione.
Matteo Montevecchi – Candidato al Consiglio Regionale – Lega Salvini premier