Energia: Confesercenti, caro-bollette prosciuga liquidità delle imprese del commercio e del turismo. Un passo indietro di 7 anni per quanto riguarda i consumi, che torneranno ai livelli del 2016 . “Priorità del nuovo governo sia tetto alle tariffe” Il caro-energia prosciuga la liquidità disponibile delle imprese. Alle tariffe attuali, la spesa che le imprese del commercio e del turismo si troveranno a dover sostenere è pari a 15 miliardi di euro nel 2022. Un vero e proprio shock, soprattutto se si considera che - con lo stesso livello di consumi - la bolletta energetica del 2019 per i due comparti ammontava a ‘soli’ 1,7 miliardi di euro. Il drenaggio di risorse dovuto all’aumento dei costi energetici è già riscontrabile nel rallentamento dei nuovi depositi bancari, che sono la misura più evidente della liquidità disponibile. Nel periodo gennaio-luglio 2022 l’aumento dei depositi delle imprese si è fermato a +1,7%, rispetto al +6,8% dell’anno precedente. E a soffrire non sono solo le imprese: anche per le famiglie l’incremento dei depositi nello stesso periodo si è fermato a +1,2%, meno della metà del +2,5% segnato tra gennaio e luglio 2021. Le disponibilità extra accumulate dai consumatori durante il covid – che avevano contribuito alla ripresa dei consumi dello scorso anno - si stanno dunque erodendo. La riduzione di potere d’acquisto si tradurrà in una brusca frenata dei consumi rispetto agli andamenti della prima parte dell’anno. Secondo le stime di Confesercenti, con gli attuali livelli di inflazione la spesa delle famiglie diminuirebbe di 2,5 miliardi già nel prossimo trimestre invernale. A fine 2023, continuerebbero a mancare 28,6 miliardi rispetto ai livelli di spesa pre-pandemia. Saremmo tornati, di fatto, ai consumi del 2016: un passo indietro di 7 anni. “Il peso dei costi energetici sta riducendo il budget delle famiglie e colorando di rosso i bilanci di tantissime imprese”, spiega il presidente di Confesercenti Rimini, Fabrizio Vagnini. “Le attività cercano di trovare soluzioni per risparmiare energia ed abbattere i costi, ma c’è anche chi già teme di non potercela fare, essendo impossibile ribaltare sui prezzi finali di beni e servizi gli aumenti spropositati delle bollette energetiche. Con l’approssimarsi dell’autunno, in mancanza di interventi strutturali, le prospettive per molti comparti economici sono decisamente preoccupanti. E, nonostante il bel tempo, la stagione turistica, anziché allungarsi, rischia di accorciarsi: tante imprese della ricettività sono pronte ad entrare in stand-by con la prospettiva di riaprire il prossimo aprile”. “Il caro energia - prosegue Vagnini - è un propellente per un effetto domino che travolge famiglie, imprese, occupazione, consumi e rischia di trascinare il paese e la sua economia verso la prospettiva drammatica di una possibile recessione. Se si considera anche l’emergenza covid, tre anni con la bombola di ossigeno non possiamo permetterceli: la priorità del nuovo governo sia istituire un tetto agli aumenti delle tariffe di gas e luce, come quello annunciato per esempio nel Regno Unito”.