“Fornisce numerosi spunti di analisi e di lavoro lo studio pubblicato questa mattina dal Sole 24 Ore focalizzato sulla gestione del territorio e in particolare sul tasso di occupazione degli immobili, indice questo che si offre come metro per affrontare due macro-temi che incidono sulla qualità di vita dei territori, come il consumo di suolo e l’offerta abitativa. Partendo dai dati: nella mappatura realizzata dal quotidiano economico sul tasso di utilizzo residenziale dei capoluoghi Rimini fa registrare un tasso dell’81,6% (percentuale di abitazioni occupate calcolate in base ai dati Istat 2022), segnando un aumento rispetto al 2011 tra i più significativi rispetto agli altri capoluoghi italiani (+6,6%).
La prima conclusione, dunque, è la capacità del territorio accentuata negli ultimi anni di andare a utilizzare il patrimonio di costruito esistente, puntando maggiormente sulla rigenerazione e riqualificazione e limitando le nuove costruzioni. È una linea chiara, che come Amministrazione abbiamo preso già da anni e che ha trovato nuova linfa nelle recenti modifiche al Rue, orientate nello specifico ad incentivare le ristrutturazioni in chiave green e che si sono tradotte in centinaia di interventi di recupero ad opera di privati, col duplice risultato di innovare il patrimonio edilizio vetusto senza consumare territorio.
Una seconda conclusione abbastanza immediata è che l’occupazione residenziale cresce perché cresce la popolazione: Rimini è una città attrattiva, che ha superato i 150mila abitanti e dunque trattiene maggiormente le famiglie rispetto ad altri territori. È però difficilmente plausibile pensare che quel 18,6% di abitazioni accatastate non occupate segnalato da Istat sia un dato reale, in quanto non tiene conto di un fattore difficilmente incasellabili nelle statistiche, cioè le locazioni brevi e le seconde case, fenomeno che come noto ha un forte impatto in particolare nelle zone ad alta vocazione turistica sulla reale disponibilità residenziale.
Non a caso l’Amministrazione ha scelto di investire attraverso un pacchetto straordinario di risorse pari ad oltre 30 milioni per mettere a terra azioni destinate ad ampliare l’offerta di alloggi, in particolare pensando alla fascia intermedia delle famiglie, oggi maggiormente in difficoltà nella ricerca di abitazioni a prezzi sostenibili. Anche in questo caso una delle chiavi è il riutilizzo del patrimonio esistente, sia dando nuove funzioni agli immobili oggi fuori mercato sia cogliendo l’opportunità di rigenerazione di interi comparti urbani – vedi ex Moi e quadrante ex nuova questura – per innalzare l’offerta edilizia residenziale. È una scommessa impegnativa, uno sforzo che vede ancora una volta gli enti locali in prima linea, ma che andrebbe supportata da politiche nazionali nette votate ad affrontare di petto tanto l’emergenza abitativa quanto la necessità di tutelare il territorio incentivando la riqualificazione sostenibile delle città”.