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Salute 14:30 | 03/10/2023 - Rimini

Guardia Medica in subbuglio: lettera di protesta e indignazione con oltre 40 firme

Oltre 40 medici della Guardia medica hanno scritto e firmato una lettera di protesta che di seguito riportiamo.

"Gli scriventi, oltre 40 medici attivi nel Servizio di Continuità Assistenziale (Guardia Medica) della Provincia di Rimini, con la presente intendono esprimere la loro indignazione per i piani di forte ridimensionamento che si prospettano per i mesi a venire. Un disegno irrispettoso dei Pazienti, dei Medici coinvolti e dei Livelli Essenziali di Assistenza e che si configura quale vero e proprio smantellamento del servizio, così come conosciuto da più di 30 anni.

A tal proposito, ricordiamo che il nostro Servizio consta di una Centrale Operativa gestita da medici, primo presidio al quale afferisce la richiesta del cittadino che così ha modo di parlare direttamente con un medico e trovare immediata risposta alle proprie problematiche, mediante: un consulto telefonico per i casi meno gravi, una visita domiciliare effettuata in tempi brevi per tutti i casi urgenti e/o pazienti non deambulanti; visite ambulatoriali, alle quali si può accedere anche direttamente.

Oltre a sottolineare con forza il valore e l’importanza di questo Servizio, al quale il cittadino afferisce spontaneamente trovando risposta immediata da parte di un medico, vogliamo evidenziare che nell’anno precedente i servizi erogati dalla sola Guardia Medica della Provincia di Rimini constano di 33500 consulti telefonici, 7468 visite ambulatoriali e 4584 visite domiciliari (dati ufficiali AUSL Romagna 2022). Chi svolgerà in futuro questa imponente e complessa attività?

Tra i piani previsti, oltre ad un forte ridimensionamento del personale medico, soprattutto quello adibito ad attività domiciliare, è prevista la sostituzione della Centrale Operativa Medica con una centrale “laica”, costituita da personale non formato e non specializzato in ambito medico-scientifico, che si troverà a dover gestire un enorme flusso di richieste senza averne le competenze necessarie.

Il disegno è quello di sottrarre risorse mediche alla Guardia Medica per utilizzarle nei CAU (Centri di Assistenza Urgenza), i nuovi presidi che affiancheranno i Pronto Soccorso per gestire i casi a bassa complessità. Riteniamo che questo obbiettivo, solo apparentemente opportuno e necessario, finalizzato a ridurre il carico per i Pronto Soccorso costantemente sotto stress, sia profondamente sbagliato, in quanto si persevera nell’errore di sottrarre risorse al Territorio, anch’esso già in forte deficit, per centralizzarle, al fine di colmare le ormai croniche carenze dei Pronto Soccorso.

La conseguenza per l’utenza sarà quella di trovare ulteriormente ridotta la possibilità di accesso a una Medicina di prossimità, basata sul diretto rapporto medico-paziente, costringendola ancor più ad afferire ai PS/CAU ed aggravando ulteriormente il problema che si voleva risolvere; tutto ciò inoltre, creerà confusione a carico del cittadino che dovrebbe a priori farsi un’auto-diagnosi per capire la gravità del suo stato e capire autonomamente quale sia il servizio più adatto al suo problema, ritardando così la corretta presa in carico.

Riteniamo inoltre sconcertante la proposta di eliminare la Centrale Operativa Medica e di sostituirla con una gestita da persone che non hanno nemmeno un titolo in ambito sanitario e che quindi non possono indirizzare il cittadino, aiutandolo in questa scelta. Un’errata interpretazione di una situazione di emergenza, unita ad una valutazione medica ritardata, rappresenta una combinazione pericolosa che a qualcuno potrebbe anche costare la vita.

Inoltre, la riduzione dei medici impiegati nell’attività domiciliare causerà l’impossibilità di dare una risposta efficace e rapida, soprattutto nei momenti di picco delle richieste e costringerà ulteriormente il cittadino ad afferire ai PS/CAU o ad attivare i servizi di emergenza (118), creando forti disagi alla popolazione soprattutto alla grande platea di persone anziane, pluri- patologiche e/o non deambulanti ed a tutti i residenti nei Comuni più periferici.

La ricetta per decongestionare i Pronto Soccorso dovrebbe essere a nostro avviso quella di potenziare il Territorio, per metterlo in condizione di svolgere correttamente la sua importante funzione di filtro per l’Ospedale, invece di depauperarlo ulteriormente di risorse umane.

Nel corso del tempo, abbiamo instaurato un rapporto di fiducia e professionalità con gli assistiti, rappresentando per loro un punto di riferimento sicuro e stabile, curando le loro problematiche in modo efficace ed empatico.
Tutti noi, abbiamo una formazione specifica in Medicina Generale come i Medici di Famiglia, dei quali rappresentiamo con pari ruolo, competenza e professionalità la continuazione in orario prefestivo, festivo e notturno, quando questi ultimi sono assenti e dei quali ripetiamo lo stesso approccio olistico, umano, basato sul rapporto fiduciario medico-paziente, per cui siamo fortemente contrari a snaturare la nostra figura per trasformarla, come si vorrebbe, in medico dei CAU, con competenze prettamente internistiche, tramite un breve ed insufficiente corso di aggiornamento.

Ribadiamo quindi con forza la nostra contrarietà, come Medici di Medicina Generale alla nostra progressiva riduzione, trasformazione e ricollocamento, denunciando con forza questo tentativo di smantellare un servizio fondamentale, essenziale, che ha dimostrato di funzionare, rispondendo sempre in maniera efficace e tempestiva, lasciando un vuoto incolmabile a carico dei cittadini".