Emiliano Mondonico era una delle figurine degli album Panini della mia era che, almeno dove vivevo io, era tra le più difficili da trovare. A quei tempi erano proprio i calciatori "normali" e non i campioni i più rari nei pacchetti che costavano 20 lire all'uno. Ricordo che a quell'epoca indossava la maglia granata del Toro, ma avendo tutti gli album Panini non mi è difficile andare a cercare conferme. Certamente la sua carriera di allenatore è stata più intensa, durata fino a sei anni fa. "Mondo" era un artista della panchina, sapeva muoversi come un attore e anche negli eccessi faceva sorridere. Tutti ricordano l'episodio della sedia in mano a mo' di minaccia contro l'arbitro per un rigore non concesso, ma questo personaggio era tale anche nei dopopartita quando in maniera sempre elegante riusciva a rendere il lavoro dei giornalisti che lo "affrontavano" difficile e complesso trovandosi davanti una persona che sapeva parlare bene e che aveva sempre ragione. In questo calcio in cui si perdono i campioni di oggi ed anche quelli di ieri, ricordare Mondonico è un dovere. Ci lascia a 71 anni, dopo aver combattuto alla sua maniera per tanto tempo contro il male che lo aveva colpito. Per chi ha i capelli bianchi e attaccava la sua figurina all'album con la farina e con l'acqua perché la colla costava troppo, una lacrima e qualche brivido nel rivederlo nella fotina da giocatore sono certamente comprensibili. Addio "Mondo", riposa in pace.
Vittorio Pietracci