“Riccione è orgogliosa di te”. La sindaca di Riccione Daniela Angelini e l’assessore allo Sport Simone Imola questa mattina hanno incontrato nella Sala di rappresentanza del Comune di Riccione Giulio Ciotti, classe 1976, di recente scelto come allenatore dal campione olimpionico di salto in alto Gianmarco Tamberi.
“La nostra città ha avuto la fortuna di aver cresciuto due grandissimi atleti, due simboli dello sport come Giulio e suo fratello gemello Nicola. Ora questo motivo di orgoglio si rinnova perché Giulio è il primo italiano ad allenare una medaglia d’oro olimpionica nel salto in alto”.
Ciotti, argento ai Giochi del Mediterraneo, durante il colloquio con la prima cittadina e l’assessore ha riferito dell’emozione per la nuova avventura: “E’ un’esperienza totalmente inedita non soltanto per me ma per l’Italia. Non avevamo mai avuto un campione olimpionico. Essere stato scelto da Gianmarco è molto gratificante: cercherò di mettercela tutta. Mentalmente è fortissimo. Succedere come allenatore a suo padre sarà impegnativo: dovrò stare alla giusta distanza per poter avere l’impatto emotivo adeguato, quello che gli serve. Credo di essere maturato, cresciuto in questo senso anche grazie all’esperienza condotta come tecnico federale”.
“Gimbo” Tamberi, classe 1992, ha ancora una carriera potenziale lunga e ambiziosa. “Gli obiettivi che può porsi sono tre: innanzitutto l’oro mondiale, l’unico che non ha ancora ottenuto. Poi vorrà migliorare il proprio personale, 2,39, dopo essersi infortunato mentre tentava di saltare a 2,41, e poi, chiaramente, vorrà cercare di bissare l’oro olimpionico, impresa che non è riuscita a nessuno, neppure al grandissimo Sotomayor”.
Ciotti ha ripercorso la sua storia riccionese, dove è cresciuto e ha vissuto fino al 2004, prima del trasferimento a Rimini. “La mia famiglia è riccionese da generazioni. Mio nonno ha anche lavorato per la Famija Arciunesa”. E anche la sua recente esperienza al carcere dei Casetti dove lavora per le Fiamme azzurre. “Ci sono stato un solo anno - ha riferito - ma è stata un’esperienza intensa, anche il contatto coi detenuti. E’ stato molto bello il modo in cui mi hanno festeggiato in questi giorni alla notizia del mio congedo a tempo indeterminato per allenare Tamberi. Mi hanno detto ‘sei il nostro orgoglio’ e coperto d’affetto. E’ stato bello, significa che anche lì ho lasciato qualcosa”.