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Cronaca 14:24 | 26/10/2023 - Santarcangelo

A-mare Relitti nei passi: anime che annidano vite di Maria Cristina Ballestracci. Venerdì 27 ottobre inaugurazione della mostra dalle 18.30

L’associazione ricreativa culturale ed enogastronomica Santabago da venerdì 27 ottobre con vernice dalle 18.30 alle 20 alla presenza dell’artista (ingresso libero) ospita la retrospettiva dell’artista Maria Cristina Ballestracci. 

Prosegue il calendario delle mostre a Santabago con l’artista Maria Cristina Ballestracci tra opere pezzi unici e installazioni attraverso un racconto minuzioso di cuore, di sostenibilità e di forte legame al senso di appartenenza e memoria, sviluppato in quattro progetti: Relitti, Oltrepassi 201, Animae e Nidali.
Tra materia e un attento recupero dal mare, l’artista crea a Santabago una wunderkammer densa di dettagli e memoria emozionale. “Molto in fondo”.

Un percorso espositivo potente, raffinato e intenso diviso per progetti artistici che diventano istallazion. Lo spettatore viene assorbito da una ricerca in cui la purezza e l’essenzialità colgono il significato più profondo, in quella zona dove bellezza e la poesia si fondono in una sola entità. Il fascino del luogo sottolinea le istallazioni che trasudano racconti che affondano le radici nell’anima. 

Relitti

Piccoli oggetti segnati dal tempo, scelti con cura nel tentativo di ridar loro una nuova vita. Maria Cristina Ballestracci indaga così sui significati perduti di questi relitti che, accostati alla parola scritta, assumono una nuova valenza e raccontano la storia del mondo e dell’umanità. L’impronta del tempo crea un legame tra le storie di questi oggetti e le vite degli esseri umani che ne hanno usufruito, toccandoli, calpestandoli o semplicemente guardandoli. L’artista con questo progetto è riuscita a sublimare l’abbandono e a ridare fiducia alla parola assenza. Un elogio alla rinascita.

Animae

Nelle stanze delle anime ci sono cassetti speciali, sogni e rimpianti. I sogni si sfogliano, si assaporano, si proiettano mille volte nella mente. E si nascondono sotto chiave. Come cassetti si aprono veloci le polaroid, spazi pieni di sentimenti colorati e bui, angoli dove riflettere e leggere stupore, paure e tremolii. Sono storie di vita ordinariamente straordinarie, cammini contemporanei al femminile che declinano al maschile, un dialogo che nella sua lentezza va veloce senza alcuna chiave.

Nidali

Nidi che racchiudono l’ombra del ramo appoggiato al cielo opalescente. Coppe piumate in cui la luce chiede permesso al fango per disegnare il riposo, il riparo, la custodia. Quaranta grovigli di barlumi dorati che tessono i fili dell’invisibile con traiettorie di parole sussurrate. Nidali, progetto elaborato in memoria di Luigi Scelzie per Aliano, piccolo paese della Basilicata, in provincia di Matera. Progetto che esordì nel 2014 in occasione del Festival La luna e i calanchi che ogni anno ospita artisti provenienti da ogni parte d’Italia. Nidali è l’unione patafisica dei prefissi delle parole “nido” e “Aliano”. Si tratta di un percorso di quaranta nidi, di cui il primo custodisce la terra, la madre, il guscio, l’origine e il quarantesimo è l’approdo, la custodia, la casa.

Oltrepassi 201

(Nelle grotte) – “Oltrepassi 201” sono 201 scarpe rinvenute dall’artista sulla riva del mare, gettate o perse sono diventate, dopo essere state rivificate, l’anima di un progetto di arte contemporanea. Le scarpe hanno ispirato racconti di artisti oltre a un docufilm.

La trasformazione degli oggetti nel tempo e nello spazio, una raccolta di sensazioni attraverso i passi che hanno compiuto – o a cui hanno rinunciato – i piedi, le scarpe di vite in viaggio. Sono scarpe vagabonde quelle che vanno ad abitare nuovi spazi e varie dimensioni istallative dopo un lungo e accurato lavoro di setaccio, nella spiaggia adriatica di Fiorenzuola di Focara. Segni, orme lasciate tra i flutti, tracce lasciate a un destino lavorato da boschi, torrenti, fiumi, in galleggiamento sino al mare e alla riva. Dopo aver fatto danzare sul suo precipizio creativo ogni scarpa ritrovata, qui l’artista trasferisce la sua consegna poetica a due musicisti come Nada e Carmine Ioanna che ne hanno fatto “melodia” trasformativa e a scrittori (fra cui Eraldo Affinati, Franco Arminio, Frederic Barogi, Davide Brullo, Maurizio Burnacci, Andreina De Tomassi, Marcello Fois,  Tiziano Fratus, Giovanna Greco, Stefano Massari, Nada, Simone Perotti, Marco Paolini, Massimo Pulini, Annalisa Teodorani…) che, attraverso racconti, ne hanno fatto “parola”. 

Venerdì 27 ottobre inaugurazione della mostra dalle 18.30 aperta al pubblico fino alle 20.30 Successivamente e fino al 3 dicembre è possibile visitare la mostra (su prenotazione) e cenare in uno spazio dove arte e cultura abbracciano il momento del convivio (tesserati).

Orari di visita mostra su prenotazione:10-12 | 17-19.30 – Dal martedì al sabato esclusi domenica e lunedì.

Per la cena: dalle ore 20 | su prenotazione dal mercoledì alla domenica a pranzo.

Santabago - Associazione Ricreativa Culturale ed Enogastronomica

Contrada dei Fabbri n° 11/13 - 47822 Santarcangelo di Romagna – Rimini (RN)

Per informazioni, prenotazioni cena e visita mostra 379.1581354

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA

Maria Cristina Ballestracci

Nata a Vimercate (Mi) nel 1967, dopo aver conseguito il diploma di geometra inizia la sua attività professionale in numerosi studi di architettura dove lavora alla stesura e alla realizzazione di vari progetti sia di architettura pubblica, che privata. Queste esperienze le permetteranno di acquisire un cospicuo bagaglio di conoscenze che si manifesterà, soprattutto, nel campo del design dove progetterà molti oggetti d’uso, complementi d’arredo ed allestimenti. Ricoprirà anche il ruolo di “stylist” per le campagne pubblicitarie di alcune aziende di moda. Contemporaneamente cresce il suo interesse per l’arte che la conduce a produrre una serie di opere dove la parola scritta e la rielaborazione di elementi naturali (pazientemente scelti in base alla forma e al lavoro esercitato su di essi dall’azione del tempo) vengono ricomposti all’interno di quadri fondati sull’espressività di segni in equilibrio tra essenzialità, misura e ritmo. Il suo lavoro, sia che si tratti di una casa, di un interno o di un quadro è rivolto alla ricerca di una comunicazione, priva di ridondanza, in cui la purezza e l’essenzialità del segno colgano il significato più profondo delle cose in quella zona dove bellezza e poesia si fondono in una sola entità. Dal 2006 è curatrice dell’evento culturale Manifesta il lavoro delle donne.