Al termine del confronto della scorsa settimana con il Consiglio di gestione del “Comitato PER la Valmarecchia - Stop allevamenti intensivi”, i sindaci dell’Unione manifestarono l’intenzione “di approfondire nel merito il progetto del nuovo allevamento Fileni a Maiolo” e di voler valutare “azioni concrete e comuni”. Detto fatto e oggi, venerdì 10 marzo, una delegazione di amministratori della vallata si è recata in Regione a Bologna per incontrare l’assessore all’Ambiente Irene Priolo e l'intero apparato tecnico e giuridico del settore.
Al tavolo con la presidente dell’Unione nonché prima cittadina di Verucchio Stefania Sabba, la sindaca Alice Parma di Santarcangelo, la vice sindaca di Novafeltria Elena Vannoni e i primi cittadini di Sant’Agata Feltria Goffredo Polidori, di Casteldelci Fabiano Tonielli e ovviamente di Maiolo Marcello Fattori (accompagnato dalla vice Vanda Pula) c’erano infatti i rappresentanti di Arpae, Sanità, Ufficio Via e Ufficio Legale Giuridico Ambiente. In collegamento online, invece, i sindaci di Novafeltria Stefano Zanchini, di San Leo Leonardo Bindi, Talamello Pasquale Novelli e Montecopiolo Pietro Rossi.
L’assessore Priolo ha aperto il confronto con una premessa di fondo: la procedura che ha portato ad autorizzare il progetto di Fileni ha rispettato in ogni passaggio tutte le norme previste. Scartata perché ritenuta impraticabile dalla Regione la proposta di un impegno economico per una nuova destinazione dell’area, la discussione si è incentrata quindi sulla predisposizione di una serie di azioni attente e mirate sull’impatto ambientale, paesaggistico e odorifero e a tutela della salute della comunità e del benessere animale: i sindaci hanno sollecitato l’utilizzo dei più moderni ritrovati tecnologici, ricevendo ampie rassicurazioni in materia anche da parte di Arpae.
C’è stata invece piena condivisione sulla proposta di istituire una Commissione Tecnico-Scientifica incaricata di monitorare costantemente il progetto e l’attività dell’impianto: il Comune di Maiolo la stava predisponendo in seno al proprio consiglio e si è concordato di farla a livello di Unione. Sarà proprio l’Ente a indicarne i componenti e i tecnici presenti al confronto bolognese in Regione hanno dato la loro disponibilità a farne parte.