“Per molte aziende ad oggi ancora chiuse, non è ancora chiaro quando e come dovranno aprire, quali saranno gli obblighi per le riaperture degli esercizi, come organizzare il lavoro – spiega il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - Esistono Protocolli firmati dalle associazioni datoriali e dei lavoratori per le attività che hanno già ripreso e ci auspichiamo che questi vengano adottati anche per le altre. Di sicuro serve chiarezza, soprattutto su igienizzazioni e sanificazioni dei locali commerciali, perché al momento c’è molta confusione che aggrava una situazione già di per sé insostenibile. Un tema che sta lasciando spazio a svariate e curiose interpretazioni, fino a miracolosi kit per la sanificazione, generando un labirinto di proposte agli imprenditori per adeguare i negozi alle nuove norme. Ecco perché il discorso va riportato sul piano delle reali normative esistenti, bloccando sul nascere la disinformazione che sta dilagando. I decreti che entrano nella materia sono quelli del 12 marzo e del 26 aprile 2020, che si aggiungono alla Circolare 5.443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute in cui si tracciano le linee specificando cosa significhi sanificare e igienizzare e cosa serve realmente fare per poter riaprire. Nessun decreto parla di macchinari determinati, né dell’obbligo di affidarsi ad aziende specializzate, ma si esige una sanificazione con procedure semplici e scrupolose che può essere svolta sia da ditte specializzate, sia dal titolare dell’azienda o dal personale che solitamente si occupa delle pulizie. E invece gli imprenditori in questo momento sono sotto un fuoco di fila da parte di numerose società che nascono come funghi e anche citando non meglio precisati articoli di legge provano a vendere ogni tipo di materiale e servizio. Il consiglio che diamo alle imprese è di non procedere con le scelte fai da te, ma di attenersi sempre a ciò che è scritto nelle norme. Le avvertenze principali al momento sono: ingressi contingentati per assicurare il distanziamento tra le persone in base alla metratura dell’esercizio, igiene delle mani, mascherine obbligatorie, pulizia frequente delle superfici. Per chi vuole, Confcommercio è sempre disponibile a dare informazioni”.
“Diciamo subito basta agli sciacalli – tuona Giammaria Zanzini, consigliere nazionale di Federmoda-Confcommercio – che in questi giorni ci stanno sommergendo di offerte e proposte delle più incredibili. Si stanno moltiplicando le aziende che si inventano servizi e materiali, anche con costi notevoli, aggiungendo confusione a chi è già provato da settimane di chiusura e grandi problemi economici, facendo leva su informazioni fuorvianti. Purtroppo l’indecisione che regna è nostra nemica: per professione siamo abituati a programmare e a fare acquisti con tempi precisi, mentre in questa occasione si naviga ancora senza bussola e molti sono tentati di cedere a proposte commerciali che non servono. Le decisioni prese all’ultimo minuto non fanno che acuire i problemi e aggiungere sofferenza alle nostre giornate che invece vorremmo poter usare per organizzare la ripresa delle nostre attività. Ad oggi per il commercio al dettaglio non è previsto alcun obbligo di sanificazione dei capi e non esiste nessun vincolo particolare per la prova dei capi o per il reso. Mi preme sottolineare, inoltre, che sono state previste dal Governo e dalla Regione alcune misure di sostegno alle spese per la sanificazione e per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale”.