Sold -aut all'Astra per la lectio di Massimo Cacciari sulla mente inquieta dell'Umanesimo. Altro che età dell’oro: per Massimo Cacciari l’Umanesimo, il Quattrocento dei grandi personaggi che lasciarono il segno nelle arti e nelle lettere, in realtà fu un campo di battaglia. Un’altalena di sfide e tormenti intellettuali, di emozioni esasperate, di scontri tra concezioni del mondo diversissim. Affresco filosofico di un momento travagliato della storia, che per molti versi ricorda i nostri anni dominati dall’incertezza. Con una differenza, però, che è anche una lezione su come uscire dalla spirale di rabbia attuale: «Allora — spiega il filosofp — anche nella lotta tra idee differenti, prevaleva il riconoscimento reciproco. Si studiava il passato per elaborare il futuro. E si capiva che per pensare bene si deve parlare bene». Tre punti chiave per una rivoluzione culturale che, a suo giudizio, oggi è più necessaria che mai, per eliminare tutti gli “ismi” — sovranismi, populismi — che ci avvelenano. Un lungo e a volte accesso dibattito ha chiuso l'incontro.
Domani riprende J'accuse con Diego Fusaro. Il suo atto di accusa, partendo da Pier Paolo Pasolini sarà l'omologazione sociale e culturale del nostro tempo globalizzato.