Dal 3 al 9 giugno le scuole materne comunali di Rimini saranno aperte per permettere agli alunni più piccoli di salutare maestre e compagni. E’ la lunga “Festa dell’arrivederci” con cui il Comune di Rimini ha deciso di chiudere l’anno scolastico di nidi e materne comunali. Un incontro nei giardini, sfruttando quegli spazi verdi in cui erano abituati a passare le mattinate prima dell’emergenza sanitaria.
Il coordinamento pedagogico di Rimini ha già predisposto un calendario che permetta che prevede, dal 3 giugno in poi, e fino al week end, l’apertura straordinaria delle scuole materne e la presenza delle insegnanti ed educatrici. I bimbi, accompagnati dal genitore, potranno entrare a turno, in piccoli gruppi di 5 o massimo 7, nel giardino delle scuole per portare un ultimo saluto, un disegno, una lettera e un pensiero al compagno di sedia, alla maestra, agli amici con cui non si sono più potuti vedere, se non in video. Gli incontri sono già stati calendarizzati per sezioni, cercando di garantire orari che tengano conto delle diverse esigenze lavorative - quindi anche il tardo pomeriggio feriale, dalle 18 in poi, e durante tutta la giornata di sabato. In ogni plesso è stato predisposto un percorso protetto, segnaposti per mantenere le distanze di sicurezza e i necessari strumenti di sanificazione.
“Tutto è pronto – ricorda Mattia Morolli (nella foto), assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – per la lunga festa dell’arrivederci. Una festa lunga una settimana nei luoghi rappresentativi dei giardini del proprio asilo. Non ci siamo accontentati di un saluto qualunque, ma, prendendo in prestito le parole all’antropologo Marc Augè, abbiamo preferito ai nonluoghi di uno spazio all’aperto qualsiasi, i luoghi significativi dei giardini delle nostre scuole. Ripartire dalla condivisione e della gioia dell’incontro per troppo tempo sottratto dall’emergenza sanitaria, sono anche il migliore auspicio per il prossimo anno. Un lento ritorno alla normalità che, anche simbolicamente, vogliamo far passare proprio dalla bellezza dell’incontro”.