Nel mese di febbraio un avvocato del Foro di Rimini riferiva al responsabile della Sezione di P.G. Carabinieri della locale Procura della Repubblica che una sua assistita stava subendo il depauperamento del proprio patrimonio da parte di un consulente finanziario su cui aveva riposto fiducia in quanto già consulente del defunto marito. Veniva quindi confezionata una dettagliata querela nei confronti del consulente finanziario e con certosina attività venivano ricostruiti gli ammanchi lamentati dall’anziana donna, ultranovantenne.
La donna, impossibilitata a deambulare ed assistita da più badanti, sin dall’anno 2017 aveva riposto la massima fiducia nel consulente, sia per la datata conoscenza che per il ruolo che rivestiva. Il professionista infatti era consulente di un istituto bancario riminese presso il quale l’anziana signora deteneva un conto corrente ed aveva attivi alcuni investimenti. Aveva quindi permesso inizialmente al consulente di negoziare alcuni assegni emessi dalla donna e successivamente, dall’anno 2018 ad oggi gli aveva consegnato il proprio bancomat. Unico accordo tra i due era quello che mensilmente il consulente avrebbe dovuto consegnare la somma di euro 4.000,00, ridotta nell’ultimo periodo ad euro 3.000,00 per il proprio fabbisogno e per le spese di gestione delle badanti.
Il personale della Sezione di P.G. Carabinieri analizzando tutta la movimentazione del conto corrente della donna accertava che i prelievi effettuati dal consulente sia attraverso l’utilizzo del bancomat che mediante la negoziazione di assegni, erano assai più consistenti rispetto alla somma di denaro che avrebbe dovuto consegnare mensilmente all’anziana. Infatti, dalla documentazione bancaria acquisita, i prelievi di denaro da sportelli ATM di vari istituti di credito cittadini avveniva tutti i giorni ed anche più volte al giorno fino a giungere ad importi di 10-15 mila euro mensili, in particolare:
- nel 2017 erano stati effettuati indebiti prelievi per Euro 27.500,00;
- nel 2018 erano stati effettuati indebiti prelievi per Euro 48.500,00;
- nel 2019 erano stati effettuati indebiti prelievi per Euro 134.000,00;
- nel 2020 erano stati effettuati indebiti prelievi per Euro 162.950,00;
- nel 2021 erano stati effettuati indebiti prelievi per Euro 21.250,00,
per un ammontare complessivo di euro 395.200,00
Le indagini eseguite anche con l’ausilio di mezzi tecnici accertavano che il consulente finanziario è effettivamente un intermediatore finanziario regolarmente iscritto all’albo, allo stato consulente per un Istituto di credito riminese di essere proprietario di quote societarie di un “bed and breakfast” in Riviera, di essere titolare di più conti correnti e rapporti finanziari nonché comproprietario di più immobili.
Al termine delle indagini, dopo aver controllato tutte le movimentazioni del conto corrente dell’anziana ed aver ricostruito tutti gli indebiti prelievi, concordando con la tesi investigativa, il Dott. Paolo Gengarelli S. Procuratore della Repubblica, titolare del procedimento penale in trattazione, inoltrava al G.I.P. di Rimini una richiesta di sequestro preventivo di tutti gli immobili, delle quote societarie, dei conti correnti e di ogni bene mobile nei confronti dell’intermediario e il G.I.P., la Dott.ssa Vitolo Benedetta, emetteva un decreto di applicazione di misura cautelare interdittiva e sequestro preventivo in relazione alle quote di proprietà:
- 5 abitazioni e 1 garage ubicati in Rimini;
- 1 abitazione sita nell’entroterra riminese;
- il 33% di quote associative pari ad euro 22.700,00;
- un motociclo.
Il tutto fino all’equivalente di euro 395.200,00.
Durante l’operazione, inoltre, sono state effettuate perquisizioni presso la residenza del professionista, in una casa che utilizzava nell’entroterra per passare le vacanze nonché all’interno dell’Istituto bancario ove svolgeva l’attività di consulente. É stata sequestrata documentazione bancaria e contabile, al vaglio degli inquirenti.