Anche l’edicola storica all’angolo tra via Castelfidardo e Via Dante nel cuore di Rimini con la fine del 2020 ha abbassato le serrande per sempre. Le due sorelle che l’hanno gestita con impegno per 35 anni raccontano amareggiate che l’avrebbero ceduta volentieri ma nessuno si è fatto avanti. Eh si, perché la crisi di questa attività è comune in tutt’Italia. Nel 2001 c’erano più di 36mila chioschi di giornali nel paese che nel 2017 sono diminuitI fino a 11mila. 750 chiusure in media all’anno. Il 1992, complice la vicenda di Tangentopoli è stato un anno record nel quale si sono vendute 6 mln e 800mila copie di quotidiani. Oggi che ci si informa online gratuitamente il destino delle edicole è irreversibile. Era un’attività che rendeva bene, dai 2 ai 3 milioni al mese al tempo delle lire. Il ricavo per l’edicolante, fermo dal 1969, viene dal 18,7% sui prezzi di copertina dei cartacei con pagamento settimanale della merce. Oggi dopo 15 ore di lavoro si arriva si’ e no a 800 euro al mese. Non vale più il sacrificio di alzarsi alle cinque della mattina per aspettare il trasportatore con i giornali freschi fino a tarda sera e giornali e riviste, con la riforma Bersani si possono trovare anche nei supermercati, autogrill e pompe di benzina. Una globalizzazione che ha fatto delle vittime.
Cronaca
12:54 - Romagna