“Io dico no alle rivalse astiose che arrivano da chi si sente relegato in seconda posizione. Noi a Riccione ci siamo mossi per primi nel dialogare con la Regione Emilia Romagna sulla possibilità di screening di massa con test sierologici. Se per qualcuno è stato uno smacco, beh è un problema suo. Ribadisco, come amministrazione riccionese ci siamo mossi dopo un costante contatto con la Regione. Io ho contatto personalmente il sottosegretario alla giunta Regionale, Davide Baruffi diversi giorni prima dalla mia presa di posizione pubblica (vedi comunicato del 17 aprile del Comune di Riccione) e solo dopo la delibera di Giunta Regionale (giovedì 16 aprile). Nelle mie comunicazioni ho sempre premesso di aver preso contatto e atteso un’apertura da via Aldo Moro, arrivata puntualmente come riportato da tutta la stampa nazionale, (vedi tra gli altri Repubblica on line “fare scorte di test sierologici. Controllare la popolazione in base alle priorità: operatori sanitari (finora è stato testato solo il 50%”, forze di polizia, lavoratori delle aziende e i residenti delle zone rosse) e, nel frattempo ho trovato possibili soluzioni pratiche per garantire ai miei cittadini una possibilità in più. Ho contatto tutte le strutture private del territorio della città di Riccione, a cui ho inviato per informarle la delibera regionale affinché si accreditino per poter avere l’autorizzazione a eseguire i test con modalità - che ribadisco e sottolineo con forza - saranno dettate dalla Regione. Ho deciso che i dipendenti pubblici debbano essere tra le categorie da sottoporre ai test sierologici perché una macchina amministrativa che funziona è garanzia per i cittadini. Ho detto che la Fase2 che tutti attendiamo, lavoratori e cittadini insieme, deve essere preceduta e poi affiancata dai test sierologici. E ho sentito - ed apprezzato - dire al sindaco del capoluogo della provincia di Rimini che la base della Fase2 sono proprio questi test. Quindi? Il problema è che Riccione, e il suo sindaco, si sono mossi per primi? Credo che la questione sia molto semplice, ci sono quelli che stanno nella “paura” (paura di essere scavalcati, di perdere potere, di arrivare secondi) e quelli che stanno nella voglia di dare risposte alla propria comunità. Comunità che ha voglia di lavorare, vivere e essere rassicurata nei confronti del contagio. Io ho scelto da che parte stare”.
RENATA TOSI SINDACO DI RICCIONE