Una delle peggiori ossessioni in famiglia. Per il padre di un ragazzo di appena 11 anni era diventato un chiodo fisso: vederlo giocare e diventare magari un campione. A qualunque costo. Anche dirottandone il trasferimento fuori regione, facendogli praticamente cambiare stile e modi di vita. Nessuna remora per il genitore, ma sicuramente il disagio per il ragazzino sarebbe stato grande. Così dopo minacce, sembra anche di morte alla madre, che si opponeva alla scelta non condivisa di un cambiamento in tenera età di squadra, società e città, una persona di 48 anni, residente in provincia di Rimini, è finito davanti ai giudici del tribunale di Rimini per maltrattamenti in famiglia. Non era comunque nuovo a questo genere di episodi il soggetto, già condannato in precedenza a 4 mesi di pena per stalking. Adesso il Gip del palazzo di giustizia, Manuel Bianchi che ha ricevuto una richiesta dal PM dello stesso tribunale, Davide Ercolani, ha notificato una ordinanza a carattere restrittivo, con un bel divieto a quella che ormai è diventata l'ex consorte. Nessun tipo di contatto fisico oppure virtuale, ad eccezione di piccole comunicazione che riguardano la gestione del minore. Che nel frattempo, speriamo, potrà crescere in pace, diventando magari una brava persona ed un buon calciatore. Ma con la calma e la pazienda dovuta.