Per festeggiarla è voluta essere presente anche la Vicesindaca Chiara Bellini, che ha portato gli auguri a nome di tutta l’Amministrazione e della Città di Rimini.
Una festa a cui erano presenti tanti famigliari di Ida, dalle figlie (le gemelle Marisa ed Elvina) al genero Silvio, dalla nipote Maria Cristina e la pronipote Martina, la più piccola della famiglia con i suoi 13 anni.
Una storia, quella di Ida, che è quella di tante e tanti riminesi. Originaria di Sant’Agata Feltria, Ida nasce il 6 settembre 1917 e, come molte famiglie in quegli anni, emigra in Belgio in cerca di lavoro. Una vita in un paese straniero dettata dalla fatica e dalle dure condizioni di lavoro, quelle nelle miniere, in un contesto sociale diverso.
Ida studia il francese, che diventa la sua prima lingua ufficiale, visto che alla sua partenza, non aveva ancora potuto frequentare la scuola italiana. L’Italiano lo studierà solo diversi anni più tardi, al suo rientro in Italia. Nel frattempo le difficili e insalubri condizioni di lavoro nelle miniere del Belgio avevano lasciato Ida vedova.
n Romagna è il momento clou dello sviluppo turistico e Ida si rimbocca le maniche, come tante donne che hanno fatto la storia di Rimini, andando a lavorare in diverse strutture ricettive della zona di via Pascoli. Con quei risparmi faticosamente guadagnati, insieme a quelli della sua famiglia, costruisce quella che ancora oggi è la casa in cui vive. Una lavoratrice che ancora oggi, nonostante l’età, in tanti ancora ricordano con affetto a Marina centro, come ha testimoniato anche la nipote, che in alcune di quelle stesse strutture ha continuato il lavoro della nonna.
La determinazione non è mai mancata, così come la salute che, nonostante gli acciacchi dell’età, gli permette ancora di scendere e risalire le scale da sola, per andare a trovare la figlia e il genero, al piano di sotto. Con loro, fino l’anno scorso, Ida preparava ancora la pasta in casa, con la predilezione per quelle tagliatelle con cui, proprio come oggi, riesce a mettere insieme, intorno al tavolo, quattro generazioni, dai 13 ai 106 anni.
Sono 63 le e gli ultracenari attualmente presenti nell'anagrafe riminese.