Oltre 500 persone hanno partecipato venerdì sera 9 dicembre a Riccione alla serata dedicata al Centenario della nascita del fondatore di Comunione e Liberazione don Luigi Giussani (1922-2022). Per la notevole affluenza l’incontro è stato seguito sia nella grande sala al primo piano del Palazzo del Turismo, sia nella sala al piano terra, con gente in piedi, tramite maxi-schermo.
Il sindaco di Riccione Daniela Angelini ha portato il saluto della città. A nome di CL Riccione, l'architetto Stefano Matteoni, ha presentato l'incontro e il gruppo "Zafra" ha curato l’introduzione musicale. Durante la serata si sono susseguiti gli interventi di Marina Valmaggi (cantautrice) e Cristina Codice' (Presidente Ass. Centro 21-Riccione) e video collegamenti con due riccionesi, appartenenti al movimento di CL, che oggi vivono all’estero. Da Buenos Aires è intervenuto il giornalista Alver Metalli e dall'Oman l'architetto Fiorenza Matteoni.
L’intervento conclusivo è stato del professor Giancarlo Cesana (Università degli Studi Milano-Bicocca) che ha condiviso con don Giussani, per tanti anni, la conduzione del Movimento. Cesana ha ripreso la frase pronunciata nei giorni scorsi dal sindaco di Milano Giuseppe Sala in occasione della consegna dell’Ambrogino d’Oro al fondatore di CL secondo cui don Giussani è stato “una personalità rivoluzionaria”. “Se la rivoluzione - ha detto Cesana - non è solo sbaraccare tutto, ma costruire qualcosa di nuovo, Giussani l'ha fatta, coinvolgendo tanti giovani in un cammino educativo. Il suo carisma per la Chiesa è assolutamente ancora valido perché oggi c’è da sconfiggere l’indifferenza”. La città di Riccione, ha ricordato Cesana, è stata una tappa importante per la storia di CL. Nella Perla Verde, nel 1976, don Luigi Giussani incontrò un gruppo di universitari. In quell’occasione il fondatore di CL rilanciò l’esperienza originale del Movimento “che non doveva essere reattiva al mondo”. “In quella circostanza - ha commentato Cesana - don Giussani ricentrò la presenza di CL nella società confermando l’impegno dei suoi aderenti nel mondo, non però come reazione al mondo. Il punto di partenza, ci disse don Giussani, non è un discorso, un progetto o uno schema organizzativo, bensì una realtà nuova e presente”.