In merito alle dichiarazioni rese nei giorni scorsi da Cristian Paolucci nei confronti del Vicesindaco, oggi Candidato Sindaco, Gianluca Ugolini riteniamo opportuno chiarire, marcandola, la differenza tra la legge dello Stato e le sterili, quanto infondate, illazioni a scopo elettorale.
La normativa sul punto è molto chiara: il legislatore all’art. 78 del TUEL afferma: “I componenti la Giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall'esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato”. Ciò significa che il legislatore consente anche ai professionisti di ricoprire cariche politiche, prevedendo tuttavia che i titolari delle deleghe in materia di edilizia privata e pubblica non esercitino sul territorio.
E così è sempre stato. Nel mandato amministrativo in corso infatti, come peraltro nel precedente, le deleghe in questione sono state notoriamente del Sindaco (urbanistica ed edilizia privata) e dell’Assessore Bianchi (lavori pubblici).
Essere “soci di un noto studio” non solo non è mai stato un reato, ma rientra tra le ipotesi espressamente previste e disciplinate dal legislatore, il quale chiarisce inoltre anche le norme di comportamento degli amministratori tutti: l’art.77 comma 2, afferma infatti che “devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L'obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell'amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado”.
In altre parole l’astensione è un comportamento espressamente previsto ex lege e coloro che si astengono – anche quando lo fanno solo in via prudenziale – agiscono legittimamente e nel pieno rispetto di una disposizione normativa; quindi l’astensione non solo non è mai un fatto da stigmatizzare (come invece fa Paolucci), ma al contrario un comportamento che esprime l’assoluta correttezza dell’amministratore che si astiene.
Le gravi insinuazioni - per nulla velate - espresse dal Consigliere Paolucci, benché in forma dubitativa (evidentemente per evitare denunce a suo carico), manifestano invece con chiarezza i modi e i metodi che parlano da sé e che a noi invece non appartengono.
Riteniamo tuttavia che sia un bene che il Candidato Sindaco Paolucci abbia reso pubbliche queste illazioni, accuse e denunce, perché per i cittadini corianesi chiamati al voto non servirà troppa fantasia per comprendere cosa dovranno aspettarsi e quindi cosa rischiano di subire nei prossimi 5 anni.