La rigenerazione della spiaggia con un “frontemare green e accessibile”, la riqualificazione del centro anche attraverso la creazione di un distretto a neutralità carbonica, la ridefinizione urbanistica delle porte della città, il rilancio del Paese con il Piano del colore, nuova vita per la zona del porto e le aree naturalistiche. L’amministrazione comunale di Riccione ha individuato e definito le sette “aree strategiche della città per dare operatività alle linee di mandato sulla Rigenerazione urbana”. Al fine di “attivare processi di rigenerazione urbana da portare avanti nell’immediato e in modo unitario” la giunta intende “rendere immediatamente operativo il Servizio Rigenerazione Urbana all’interno del Settore Governo Sostenibile del Territorio” dell’amministrazione comunale.
“La rigenerazione urbana - osservano la sindaca Daniela Angelini e l’assessore all’Ambiente e Urbanistica Christian Andruccioli - è un approccio innovativo e partecipato per gestire complesse operazioni di trasformazione urbanistica, sociale ed economica, superando i passati modelli del recupero e della riqualificazione urbana che operavano in modo frammentario per singoli interventi, senza il coinvolgimento della popolazione e la valutazione degli effetti sui sistemi ambientali e territoriali”.
L’obiettivo è dare soluzione a “criticità ambientali e paesaggistiche”, migliorare “la vivibilità degli spazi collettivi”, incentivare “il recupero ed il riuso di immobili di proprietà pubblica o da destinare a uso pubblico” anche attraverso il “coinvolgimento diretto della comunità locale”, premiando “progetti di qualità che vengono costruiti in modo partecipato, in ascolto delle richieste dei territori”.
In linea con la legge regionale 24 del 2017 (“Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio”) - spiega l’assessore Andruccioli, “vogliamo costruire un percorso di rigenerazione dei territori urbanizzati attraverso il miglioramento della qualità urbana, la vivibilità degli spazi urbani e dei quartieri, la produzione dei servizi ecosistemici attraverso il contenimento del consumo del suolo, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la valorizzazione del paesaggio e degli elementi storici e culturali, la conservazione della biodiversità”.
Nel definire gli indirizzi operativi, l’amministrazione chiarisce inoltre che “il passaggio obbligatorio dalla riqualificazione alla rigenerazione comporta la necessità di considerare, insieme al recupero e alla riqualificazione urbanistica dello spazio costruito, la dimensione sociale, della fattibilità economica, della resilienza, della sicurezza, della qualità dell’abitare, della sostenibilità ambientale e territoriale”.
Le previsioni per le sette aree strategiche
Entrando nel merito delle aree strategiche, che sono sette, si parte dalla “Zona dell’Arenile” da assoggettare al nuovo Piano dell’Arenile, comprensivo della definizione degli spazi pubblici e della passeggiata fronte mare in chiave green e accessibile. Poi ci sono le due porte della città. La “Porta a mare Nord”, dove si prevede la ridefinizione urbanistica dell’area a confine con il Comune di Rimini compresa tra la foce del Marano, la ferrovia e l’arenile con il restauro e riuso delle ex colonie pubbliche Reggiana ed Adriatica. E la “Porta a mare Sud”: anche qui si parla di ridefinizione urbanistica della zona a confine con il Comune di Misano Adriatico, compresa tra lo stabilimento termale, la ferrovia e l’arenile, comprensiva del sistema del trasporto pubblico e privato e il riuso delle ex colonie Bertazzoni ed ex Sip-Enel.
Per la “Zona Paese” è in progetto una nuova disciplina particolareggiata del centro storico con il Piano del colore e la sistemazione urbanistica e architettonica della Piazza Unità, comprensiva dello studio sul traffico, la sosta e il mercato settimanale.
Per il “Distretto Ceccarini” l’amministrazione ha in programma la definizione delle azioni pubbliche e private per la creazione di un distretto pubblico-privato a neutralità carbonica, con la riqualificazione dell’arredo e del brand commerciale dei principali viali turistici della città: viale Ceccarini, viale Dante e le zone limitrofe. Il “Porto turistico” richiede un imponente intervento di riqualificazione degli arredi e il riassetto urbanistico e del traffico, da viale Vittorio Emanuele II alla darsena turistica. Infine le “Infrastrutture verdi e blu”: dovranno essere definiti parchi fluviali e territoriali, oltre a percorsi naturalistici lungo i due corsi d’acqua Rio Melo e Torrente Marano (compresa la riqualificazione dell’ex Polveriera) collegati a rete con il sistema del verde pubblico, dei parchi urbani e territoriali e di puntuali interventi di forestazione urbana.