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Cronaca 13:27 | 28/05/2020 - Rimini

RURALI SEMPRE - La Rebola riminese

Oggi voglio dedicare la nostra rubrica all’unico vino bianco della realtà riminese: la Rebola. Lo abbiamo solo noi, così importante e identitario della provincia e della riviera. Credo che valga la pena da parte di ristoratori, albergatori, gestori di locali di poter offrire in una stagione così difficile un’ulteriore suggestione al gusto e al palato. E’ nei momenti difficili che si vede chi ha la capacità di superare gli ostacoli e partendo da un valore identitario si può riuscire. Partendo da un prodotto che sta raggiungendo un’eccellenza alla quale io per primo non avevo creduto avendo sempre puntato sul rosso Sangiovese. E quando si è trattato di proporre il nostro vino al di fuori della provincia ci prendevano a sorrisini ironici… ora non più.

Negli ultimi anni abbiamo vissuto la consacrazione di una realtà riminese frutto di prodotto e qualità. Combattiamo alla pari con il Verdicchio marchigiano (personalmente il miglior bianco d’Italia) e la Rebola sta dando grandi soddisfazioni. E’ un bianco secco, attorno ai 14 gradi, ideale da gustare freddo con il pesce più ricercato ed i crostacei. Sa di pesca e biancospino e la bevuta lascia quel fondo di amaro proprio come il Verdicchio di Jesi e Matelica. Sono vini che sentono il mare, la terra è la stessa, la “greda” per dirla in romagnolo.

Grazie a Piero Meldini che gli ha dato il nome di “Isotta”, siamo usciti con la nostra Rebola facendola diventare sì un vino per tutto l’anno, ma che si esalta d’estate. Ecco, al turista che viene in Riviera la prima proposta deve essere la Rebola riminese.

Purtroppo sono solo 60-70 gli ettari di coltivazione in provincia, sarebbe bello e lo auspico muoversi nella direzione di un consorzio della Rebola: metterci insieme e fare squadra. Il nostro bianco è lo strumento giusto.

Rurali sempre.

Enrico Santini