Ieri, durante il normale servizio di controllo del territorio, una volante, transitando in via Tolemaide con orientamento di marcia mare-periferia, notava un individuo che camminava lungo il marciapiede. Insospettiti dall’atteggiamento guardingo dell’uomo l’equipaggio invertiva il senso di marcia al fine di sottoporlo a controllo. Alla vista della volante l’individuo, un 29enne marocchino, irregolare sul territorio italiano, accelerava il passo e scavalcava la recinzione posta alla sua destra, confinante con la ferrovia, nel tentativo di dileguarsi.
I poliziotti imboccavano una strada di campagna e avvistavano il 29enne qualche centinaio di metri più avanti. Il giovane, nel tentativo di guadagnarsi la fuga iniziava un’incalzante corsa per la campagna. Gli operatori, impossibilitati ad inseguirlo a bordo dell’auto di servizio, arrestavano la marcia dello stesso e si ponevano all’inseguimento a piedi del soggetto, che dopo circa 700 metri veniva raggiunto.
Da più approfonditi accertamenti è risultato che il soggetto avesse a suo carico un ordine di cattura e contestuale traduzione in carcere, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bologna in data 16 settembre 2020.
In virtù di questo ordine di carcerazione il 29enne sconterà 6 anni e 6 mesi di reclusione in carcere per i reati di violenza sessuale (commessa nel 2016), resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento (commessi nel 2018), rapina (commessa nel 2017) e furto (commesso nel 2012).
La violenza sessuale è avvenuta il 30 dicembre 2016, quando una giovane ha deciso di andare a trovare la zia presso il campo nomadi di via Islanda. Nel tardo pomeriggio la zia e nipote 30enne decidevano di raggiungere la stazione di Rimini. Li bevevano alcolici, assieme a due cittadini marocchini. Successivamente, avendo perso l’autobus per fare rientro al campo nomadi le due donne hanno accettato l’invito dei due uomini di recarsi con loro presso un posto più appartato e caldo. La zia ha iniziato a litigare con uno dei due e l’altro uomo, il marocchino in questione, ha invitato la nipote a recarsi con lui in un posto dove avrebbero potuto stare più tranquilli. Il marocchino, una volta accertato che erano lontani da occhi indiscreti ha violentato la giovane, che ancorché ubriaca, ha tentato di resistere all’uomo, finendo però per arrendersi alla sua forza. Stremata per la violenza la 30enne è svenuta. Svegliatasi l’indomani mattina è ritornata al campo nomadi dove ha trovato ad aspettarla il marito e la zia. Dato l’insolito comportamento della giovane, all’ennesima richiesta di cosa fosse accaduto, la stessa ha raccontato la violenza subita. La ragazza è stata convinta dal marito e dalla zia a denunciare l’accaduto alla Polizia di Stato, che il 4 dicembre è riuscita a trovare il suo violentatore e a denunciarlo.
Ieri, con la carcerazione del 29enne, che, come sopra riportato si è macchiato di altri reati, oltre a quello della violenza sessuale, è stata posta fine alla sua latitanza.