Sono diversi, purtroppo, i decessi avvenuti negli ultimi giorni nelle strutture che ospitano anziani. Ci sono casi noti e verificati, come l’Asp Valloni e la Rasa di Covignano, dove le pompe funebri vengono chiamate a consegnare le bare: i dipendenti le chiudono e le lasciano sul posto. Nella maggior parte dei casi vengono trasportate al forno crematorio.
Su questo argomento interviene il capogruppo della Lega Nord, Marzio Pecci, che analizza in particolare la situazione del Valloni.
“Nella città di Rimini - scrive Pecci - come in tutta la Regione a maggioranza PD, è sempre molto difficile conoscere le cose. Già nel Consiglio comunale del 27 febbraio 2020 ho tentato di chiedere al Presidente del Consiglio comunale di invitare il Sindaco a spiegare, ai Consiglieri comunali, come era la situazione sanitaria reale e quali misure avrebbe chiesto di adottare per salvaguardare la salute dei cittadini riminesi. Purtroppo il Presidente del Consiglio comunale non ha ammesso la domanda ed ha impedito ai consiglieri comunali di conoscere la situazione reale ed il sindaco dopo la sua "informativa" che può definirsi generica, superficiale ed irrilevante è uscito dall'aula consiliare senza rispondere alla domanda. I contagi, gli ammalati in terapia ed i decessi avvenuti nel comune di Rimini, dopo circa un mese, rendono evidente la superficialità dell'Amministrazione Comunale nella gestione dell'emergenza dato che le strutture sanitarie periferiche, per il tramite dell'assessorato alla sanità regionale, risultano essere state edotte da una informativa del Ministero della Sanità sulla eccezionalità di alcune "polmoniti da eziologia sconosciuta - Cina" già in data 5 gennaio 2020. Perché hanno aspettato così tanto a prendere i provvedimenti di prevenzione?
I ritardi negli interventi di prevenzione – prosegue Pecci - sembra siano stati deleteri per l'ASP Valloni se è vero, come sembra essere vero, che siano deceduti diversi ospiti, alcune OSS siano positive e si trovino in "isolamento domiciliare" e che molti operatori siano costretti a lavorare senza DPI (Dispositivi Protezione Individuale). Tale situazione non può essere tollerata nè per gli operatori, nè per gli ospiti e, soprattutto, per i familiari degli ospiti della struttura che sono deceduti.
La domanda d'obbligo, dunque, è: sono state adottate tutte le misure di prevenzione per impedire i contagi? Il Commissario regionale alla Sanità si è dimenticato della Asp Valloni? Cosa ha fatto per impedire quanto sembra essere successo?
Purtroppo l'Istituto Valloni, a Rimini, è sempre nell'occhio del ciclone per la sua inadeguata gestione che si ripete anche in questa tragica emergenza sanitaria causata dalla epidemia-pandemia. Ritengo che qualsiasi amministratore diligente e responsabile della struttura avrebbe dovuto essere attento ed adottare tutte le misure protettive per evitare che soggetti fragili, quali sono gli ospiti del Valloni, rimanessero esposti al rischio contagio ed avrebbe messo a disposizione degli operatori tutti i dispositivi di protezione individuale. Poiché gli amministratori riminesi non vorranno spiegare le cause dei decessi e ripeteranno che sono da attribuirsi a "patologie pregresse" – si conclude - occorre, con urgenza, una indagine dell'ispettorato del lavoro, dell'igiene pubblica e dei Nas affinché venga fatta immediata chiarezza sulla vicenda e ne vengano informati tutti i consiglieri comunali”.