Domani si celebra il Safer Internet Day, la giornata internazionale istituita dall’Unione Europea per sensibilizzare ai rischi derivanti dall’utilizzo di internet e per promuovere un utilizzo più sicuro e responsabile delle tecnologie da parte delle giovani generazioni. Temi che il progetto di contrasto al bullismo e cyberbullismo “Da Spettatori a Protagonisti”, promosso da Gruppo SGR e giunto alla quarta edizione, approfondisce già da tempo.
“La bontà e l’utilità del progetto è testimoniata dai numeri di classi e scuole coinvolte, che in questi quattro anni sono cresciuti esponenzialmente – spiega la responsabile Nicoletta Renzi -. Parte di questo progetto, che spazia dall’utilizzo corretto delle parole alla consapevolezza di sé stessi, riguarda proprio il corretto utilizzo di internet. SGR affianca le scuole mettendo a disposizione esperti e tecnologie che coinvolgono i ragazzi in laboratori che vanno dalla sicurezza e la protezione della privacy nell’uso dei social all’uso creativo delle competenze digitali. Anno dopo anno i frutti di questo percorso sono sempre sorprendenti”.
Tra gli esperti che SGR ha arruolato per il progetto, Stefano Stambazzi dell’Agenzia K2 Web si occupa di approfondire insieme ai ragazzi il tema della sicurezza digitale.
“Quest’anno – racconta - ho chiesto ai ragazzi, attraverso un questionario anonimo, di raccontare quali sono le problematiche più sentite sull’uso di cellulari e social. Qualcuno ha raccontato di aver subito hackeraggio di account di vario tipo. Altri hanno raccontato di avere un problema di dipendenza legato all’uso incontrollato del telefono e difficoltà a concentrarsi. Sulle cose personali tendono a sbottonarsi di meno, ma diversi hanno raccontato di essere stati contattati da sconosciuti o persone che si fingono altre persone”.
In questi casi, quali sono gli accorgimenti per difendersi?
“Per la sicurezza dei propri account, è bene tenere a mente alcuni accorgimenti che possono apparire banali: utilizzare password sicure, non utilizzare il proprio nome o la propria data di nascita e non utilizzare la stessa password per diversi account. Per gli account collegati a modalità di pagamento è utile utilizzare l’autentificazione a due fattori, cioè la richiesta di inserimento di un codice aggiuntivo ricevuto tramite mail o telefono, oppure attraverso App di autentificazione. Altro accorgimento utile è il controllo dei dispositivi connessi ad un determinato servizio: consente di accertare tutti i dispositivi connessi e località da cui qualcuno ha fatto accesso al profilo ed eventualmente di rimuoverli. In quest’ultimo caso è sempre bene cambiare la password. Inoltre, consiglio sempre di non tenere il proprio account collegato sul telefono di amici, di controllare sempre il mittente di mail che invitano a mettere in sicurezza il proprio account e di prestare attenzione quando ci sono link da cliccare. Quando si installa una App, inoltre, controllare quali autorizzazioni richiede; se non ci si fida dell’App, è bene negare il consenso. In generale, poi, è bene non utilizzare quelle App che chiedono di inserire i propri dati di accesso al proprio profilo social e diffidare sempre di chi chiede di inviare foto o video: in rete non si è mai realmente sicuri dell’identità della persona con cui si sta chattando”.
Quali consigli, invece, per i genitori?
“Consiglio di fare una chiacchierata con i figli sui vari problemi legati alla sicurezza online, come ad esempio i rischi legati alla condivisione di informazioni e contenuti personali sulle chat e sui social, cyberbullismo e pedofilia; creare un clima di apertura, affinché i figli sappiano che possono fare riferimento ai loro genitori se incontrano dei problemi che non sanno come risolvere; impostare delle regole e sensibilizzarli su un uso consapevole del cellulare, ad esempio mostrando come monitorare il tempo di utilizzo, limitare le notifiche e utilizzare la modalità concentrazione. Infine, incoraggiare ai figli ad attività alternative e offrire un modello di riferimento sano, prestando attenzione a quanto utilizzano il cellulare davanti ai loro figli”.