Mario Adinolfi ha presentato a Rimini il suo ultimo libro intitolato “Il grido dei penultimi”. Affiancato da Sergio De Vita, organizzatore dell'evento e candidato al consiglio Comunale di Rimini per il Popolo della Famiglia, ha accolto con entusiasmo il candidato sindaco Enzo Ceccarelli, chiamandolo al tavolo dei relatori. “La politica sbaglia quando si riduce a programmi, a croci su simboli, preferenze discritte su una scheda elettorale, senza riconoscere l'umanità degli elettori. Deve incontrare e ascoltare la voce dei cittadini, dare voce a chi non ne ha, perseguire la giustizia, restituire loro la dignità sociale e la possibilità di vivere bene” ha dichiarato.
Il Grido dei Penultimi è forse il primo libro davvero approfondito sui temi dell’Italia post-Covid. Un testo in cui non mancano le pagine ricche di emozione e impeto, che offrono però alla fine un ragionamento chiaro: in questo tempo in cui un oceano di dolore rischia di travolgerci, solo la capacità di ascolto del bisogno dell’altro innesca una possibilità di salvezza. E questa forma di ascolto deve essere vera, concreta, non ideologica e meno che mai dettata dalle mode correnti che inventano nuovi ultimi e fanno affogare i penultimi nell’indifferenza generale, finché la loro disperazione non diventa una riga di taglio basso in cronaca.
Questo volume chiude una trilogia aperta sette anni fa dal fortunato Voglio la mamma, a cui fece seguito l’OCOM Tour, acronimo dal libro successivo O Capiamo O Moriamo. Scritto nei mesi del lockdown, è nato da una conversazione pubblica su Facebook con il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi a cui Adinolfi ha chiesto esplicitamente di “non dimenticare il grido dei penultimi”.