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Cultura 13:52 | 28/05/2024 - Santarcangelo

Mercoledì 29 maggio, la ex scuola del Bornaccino riapre con un pomeriggio per ragazzi e ragazze. Open day al nuovo Spazio giovani Labo380

A partire dalle ore 16,30 “LABO380” – questo il nuovo nome dello storico edificio all’incrocio con le vie Rughi e Bornaccino – prenderà vita con un pomeriggio alla scoperta delle attività e degli spazi, delle dotazioni informatiche, degli strumenti per la sala prove e della web radio, nonché degli arredi realizzati dall’artigiano del legno Raffaele Piscitelli, conosciuto online con il nome d’arte “Califfo”. A seguire sarà possibile scegliere il logo preferito dello spazio giovani, mentre dopo le votazioni la giornata si concluderà con un aperitivo.

Dopo l’open day partiranno le attività di “T.Anti Corpi: assembramenti culturali e laboratori di comunità”: avviato nel 2020 per inaugurare una nuova stagione di politiche giovanili all’indomani della pandemia, il progetto – nato con l’obiettivo di promuovere l’organizzazione di eventi pubblici, occasioni di incontro, riflessione e crescita, dedicati soprattutto a ragazzi e ragazze – da oggi avrà quindi a disposizione anche gli spazi rinnovati dell’ex scuola del Bornaccino.

La riqualificazione dell’edificio – con un investimento di circa 370mila euro finanziato per il 90% dalla Regione Emilia-Romagna – ha creato uno spazio polifunzionale articolato in ambienti multivalenti destinati alla socializzazione: oltre al miglioramento degli spazi, le opere realizzate consentono l’abbattimento dei consumi energetici, con un sistema di coibentazione esterna, un impianto di ventilazione meccanica e pannelli fotovoltaici sul tetto dell’edificio. Concluso l’intervento di riqualificazione della struttura, a partire da fine 2023, l’edificio è tornato anche a ospitare dopo 50 anni la stufa del Bornaccino, realizzata dalla collaborazione tra Federico Moroni, Gian Luigi Giordani, Tonino Guerra e Lucio Bernardi. Alla chiusura della scuola, resa celebre proprio grazie all’esperienza didattica del maestro Federico Moroni fra il 1946 e il 1968, la stufa era andata distrutta, ma è stata ricostruita e poi conservata per anni in Municipio.