“Non è mio costume intromettermi in una polemica a livello politico, se non quando sotto l’aspetto amministrativo la polemica incrocia direttamente il confronto di ASI con la Giunta del Comune di Rimini. Abbiamo letto le dichiarazioni del Vice Coordinatore di Forza Italia Davide Frisoni e la risposta dell’Assessore allo sport Moreno Maresi. E vogliamo subito mettere subito un punto fermo. Ariminum Sviluppo Immobiliare ha reso pubblica una proposta molto chiara nella sua componente di ‘interesse pubblico’, in alternativa al progetto RiminiLife che la Giunta ci ha bocciato senza motivarne il diniego. Abbiamo dato dimostrazione ulteriore di sensibilità sociale - una mano tesa ai tifosi, al Rimini Calcio e all’Amministrazione - dichiarando di poter rinunciare a ben 17.600 mq di superfici acquistate, a cedere gratuitamente oltre due ettari di aree proprio per realizzare quei parchi, parcheggi e palazzine sociali che possono servire al quartiere e alla migliore realizzazione del nuovo stadio Romeo Neri. Un’area enorme, a due passi dal centro, a disposizione della città. Si potrebbe così finalmente vedere abbattuto quel mostro che degrada e indigna una città intera, e il Sindaco potrà risparmiare il denaro pubblico destinato all’esproprio, senza dimenticare che il progetto genererà il pagamento di un contributo straordinario - per legge – che l’amministrazione potrà monetizzare o commutare in ulteriori opere pubbliche di interesse;
Realizziamo soltanto un supermercato da 1.500 mq con 4.500 mq di superfici accessorie, che come il nostro video documentario dimostra sono tutte a sostegno della sala vendita, dalla zona di accoglienza e ingresso, alle celle frigo, aree di preparazione del fresco, magazzini, locali tecnici e spazi per il personale. Proprio quella configurazione che l’ufficio del commercio ha approvato riconoscendo essere un semplice supermercato. Per contrastare le continue illazioni, strumentali e onestamente inaudite in un Paese democratico, ci siamo resi disponibili a sottometterci ad un atto d’obbligo, a prestare tutte le opportune garanzie anche fidejussorie per garantire che la superficie di vendita rimarrà di 1.500 mq, rinunciando ad un diritto, come a regolamentare - sottoponendoci ad ulteriori vincoli e crediamo che nella storia questo non sia mai accaduto - l’uscita dei furgoncini per la consegna a casa. Nel fare questa proposta che qualcuno ha giustamente definito ‘scioccante’, è evidente che abbiamo anche pensato all’intero quadrante e allo stadio, che ci auguriamo vivamente venga realizzato secondo le necessità di un club ambizioso che probabilmente ha una visione più ampia di utilizzo che va oltre l’evento sportivo. Riteniamo – con presunzione dico a ragione – che sia sicuramente più confortevole per il promotore intenzionato ad investire nel progetto stadio, farlo in un quadrante rigenerato, piuttosto che trovarsi delle palazzine pubbliche di fronte la curva con l’ombra incombente del transatlantico di cemento e di paura che gli farebbe da sfondo. Sarebbe anacronistico realizzare un gioiello, luogo di aggregazione in mezzo a degrado e microcriminalità. E’ cristallino che non esiste una contrapposizione fra il nuovo stadio e la proposta di ASI, anzi come sempre siamo propositivi e sensibili. Questo è il nostro punto fermo.
Per ultimo una annotazione all’assessore Maresi: eviti se possibile di seguire le orme di chi ha parlato di ‘grande area commerciale’. La gente l’ha capito, è un disco rotto utilizzato per generare confusione: è un semplice supermercato a cui la Giunta vuole imporre limitazioni e norme inesistenti. Suo malgrado deve anche accettare che una struttura commerciale per il combinato disposto del DPR n. 160 del 7 settembre 2010, che la definisce attività produttiva e successiva Circolare degli assessori Regionali Costi e Donini è riconosciuta di interesse pubblico.
Restiamo in attesa che il Sindaco ci convochi alla luce della nuova proposta o che giustifichi alla città il suo reiterato diniego; e che lo faccia anche con il Rimini Calcio e il promotore della ristrutturazione dello stadio, affinché abbiano coscienza del contesto in cui andranno ad investire il loro denaro”.
Marco Da Dalto Responsabile progetto RiminiLife