"Caro Diario, a tre mesi dall’inizio della stagione facciamo un check generale sullo stato della nostra città. Il punto di osservazione è la periferia Nord di Rimini, sicuramente parziale ma abbastanza sintomatico della situazione della città.
Partiamo dai lungomari: una timida manutenzione si sta intravedendo in questi giorni, operai stanchi si trascinano tra le aiuole, potando a zero le siepi e spostando quel tanto di sabbia che serve a piantare qualche nuova piantina, ignorando le dune create dal vento dell’inverno. Gli alberi piegati dalle burrasche sono ancora storti, le mattonelle rotte sono state chiuse con asfalto rigorosamente nero o lasciate sbriciolate in mezzo a quelle sane. Da inizio anno abbiamo avuto come fiere: Sigep, Pescare, Beer e Food, Enada, Key. Tutti i visitatori e gli standisti hanno potuto ammirare la manutenzione del nostro lungomare. Una bella cartolina per la famosa destagionalizzazione. Ospiti che pagano la tassa di soggiorno e che possono apprezzare dove viene rinvestita, soprattutto in mobilità e manutenzione. Per le fiere vale sempre la speranza di vedere un servizio navetta efficiente e condiviso con tutti, non solo con albergatori amici.
Situazione Hotel e spiagge: senza un piano urbanistico che renda attuabile un’idea di città e una certezza sul futuro delle concessioni demaniali, siamo condannati al decadimento costante. L’unica certezza è che chi ha i capitali continua a fare acquisti a prezzi di saldo dalle nostre parti, forse alimentati da notizie e informazioni che non tutti hanno, magari concordate e finanziate in campagna elettorale e che in qualche modo devono essere ripagate.
Per ora l’unico tema di cui si discute sono le case da costruire da qualche parte, sfruttando le cubature degli hotel. Hotel che oggi non valgono più molto, schiacciati da un mercato in declino e poca prospettiva nel futuro. Le banche si sbarazzano di crediti del comparto turismo a forte rischio di insolvenza, vendendoli a fondi che occultano i reali proprietari. È il capitalismo, baby. Se vale per le squadre di calcio di serie A, può valere benissimo per la Riviera Romagnola.
Prendo nota che le modalità sono cambiate nell’ultimo periodo. Se prima le attività venivano prese con la modalità dell’affitto d’azienda, gestite in maniera vergognosa da prestanome che le utilizzavano come base di appoggio per spaccio, riciclaggio e prostituzione, oggi assistiamo ad un aumento importatene di compravendita degli immobili. Quindi non più la sola gestione, ma un acquisto a prezzi relativamente bassi di immobili che, con le informazioni a disposizione di tutti sono da considerare poco o nulla redditivi, ma che a quanto pare nascondono un importante e lungimirante investimento.
Si sta cercando di arginare il fenomeno costruendo dei percorsi partecipati e condivisi, con una sana aggregazione progettuale tra diverse aziende della filiera turistica per la creazione di consorzi, reti di imprese o cooperative, soluzione che però al momento non sta riscuotendo il successo sperato.
Carenza di personale: quest’anno la situazione sembra molto più complicata. La crisi del nostro sistema attira sempre meno persone interessate al lavoro in riviera, considerato poco gratificante e poco pagato. Questo abbassa la qualità del nostro servizio ai turisti in una spirale che non crea valore ma produce incertezza e degrado. È tutto legato.
Commercio: i problemi sono nazionali se non mondiali. Bene la partecipazione da parte dell’amministrazione al progetto degli Hub Urbani, che potrebbe rappresentare un punto per provare a normare la proposta commerciale andando ad incentivare negozi di qualità, magari vero artigianato o servizi a valore aggiunto. La strada è lunga e difficile, ma almeno un primo segnale di vita è stato dato. Vedremo.
Caro Diario, il quadro dal mio punto di vista non è bello sicuramente. La politica ha declinato al suo ruolo di decisore, lasciando al mercato la propria autoregolamentazione. Questa incertezza sta creando dei mostri che forse già oggi non sono governabili".
Stefano Benaglia
Stefano Benaglia