"Da meno di un mese si è concluso il periodo di Natale, che per i cinema di tutto il mondo è periodo di “alta stagione” e di maggiori incassi. Considerando che era mancato all'appello il Natale 2020, si era guardato a questi giorni come al vero trampolino di lancio per una ripartenza della cinematografia italiana, con l'attesa di un pubblico pronto a riversarsi e ritrovarsi in sala, desideroso di guardare finalmente un film sul grande schermo, sia nei piccoli cinema che nelle multisala. Purtroppo però questo pubblico non è mai arrivato, o meglio è calato del 75% rispetto al 2019.
Una crisi che va a inasprire quella durissima già in corso. Già precedentemente le sale cinematografiche erano state serrate per un anno e mezzo: quando nel 2020 si sono scoperti i primi casi di Covid in Italia, il 24 febbraio i cinema hanno avuto l'obbligo di chiudere, prima di tutti gli altri esercizi e quando ancora si poteva pensare che l’epidemia fosse passeggera. Quando le sale hanno riaperto a settembre 2021 sembravano ormai luoghi fantasma. Un buco nero di un anno e mezzo in cui il cinema ha subito enormi perdite economiche.
Ad essere danneggiati sono stati in primis i lavoratori qualificati del settore, molti e con tante tipologie di mansioni, che hanno perso all'improvviso il loro posto di lavoro; i festival cinematografici, come l'edizione annullata di Cannes 2020; l’industria cinematografica in generale per l'impossibilità di girare film e quindi produrre nuove pellicole e nuovo carburante per la settima arte. Il danno non è stato solo economico, ma anche culturale, ed è stato l'affondo finale all’arte cinematografica, già non molto in forma a prescindere dalla pandemia.
Perché ci sia un colpo di scena nel decorso di questa trama, sino ad ora profondamente drammatica, chiediamo aiuto a gran voce alle nostre associazioni di categoria, perché possano aiutarci a creare assieme nuove strategie di comunicazione, cercare di ottenere maggiori fondi e sussidi per la sicurezza dei lavoratori, stabilire delle regole che mettano al centro anche l'esercente, spesso schiacciato da logiche di distribuzione poco funzionali, inserire una "finestra" che regoli una volta per tutte il tempo di uscita di un film tra le sale e le piattaforme (che ora non supera i trenta giorni ed è davvero troppo poco).
Bisogna fare di più e bisogna farlo ora. Gridiamo forte anche allo Stato di non perderci di vista ancora una volta, a meno che in Italia non si desideri un futuro privo del “luogo cinema”. Chiediamo di prorogare e integrare misure di sostegno al lavoro, dalla proroga della cassa straordinaria per Covid-19, alla possibilità di accesso agli ammortizzatori, a misure di sostegno al reddito, attingendo a tutti gli strumenti necessari, fino a quando la fase di picco della pandemia non sarà superata".
Elena Zanni, direttrice cinema Fulgor e Settebello Rimini
Roberto Naccari, direttore Supercinema Santarcangelo
Alessandra Biondi, direttrice multisala Abbondanza Gambettola