"Nella provincia di Rimini oltre ad una inflazione che oscilla strutturalmente fra l’11 e il 12 % si aggiungono con l’inizio dell’anno gli aumenti eccessivi dei prezzi dei carburanti che pesano sulle tasche dei cittadini Riminesi nella misura di +96 euro annui sulla benzina e ben +228 euro annui per il diesel.
Lo sconto sulle accise va ripristinato, ma serve una riforma strutturale della tassazione. Torna sul tavolo del Consiglio dei ministri la questione del caro-carburanti, mentre nei distributori si registrano andamenti discordanti dei prezzi, dopo l’abolizione dello sconto sulle accise, decisa improvvidamente e unilateralmente dal Governo.
Oggi, secondo i dati a nostra disposizione , la benzina si attesta mediamente a 1,82 euro al litro per il self, il diesel a 1,877. Stando alle segnalazioni ricevute, non mancano, soprattutto lungo la rete autostradale, alcuni distributori che applicano per la benzina prezzi al di sopra di 1,95 euro al litro e di 2,30 euro al litro per il diesel. Questi sono prezzi al di sopra del livello su cui si dovrebbero attestare, al di là dell’applicazione piena dell’accisa, il cui sconto è terminato il 31 dicembre, soprattutto se si comparano ai prezzi praticati in passato con condizioni simili a quelle attuali nei mercati petrolifero e valutario. Infatti, secondo i del nostro Osservatorio, tenendo conto sia dell’andamento delle quotazioni dei prodotti petroliferi, sia dell’andamento del cambio Euro/Dollaro, la benzina oggi dovrebbe costare almeno 8 centesimi di meno al litro e il gasolio ben 19 centesimi in meno.
Questo comporta un aggravio annuo, in termini diretti, per ciascun automobilista che effettua un rifornimento di 2 pieni al mese, di 96 euro nel caso della benzina, di 228 euro per il diesel. A ciò si aggiungono le gravi ricadute indirette che gli aumenti dei carburanti determinano sull’andamento dei prezzi dei beni (trasportati per oltre l’86% su gomma) e dei servizi, che secondo le nostre stime ammontano a circa 126 euro annui di spesa in più per famiglia.
I calcoli sono effettuati al netto della tassazione e mettono in evidenza come le speculazioni siano in atto da tempo, in forma più o meno acuta, come noi da mesi denunciamo, invocando, purtroppo ad oggi ancora inascoltati, la costituzione di appositi Osservatori territoriali per il monitoraggio e il contrasto del fenomeno: il ripristino pieno delle accise non fa che peggiorare una situazione già insostenibile.
Non basta mettere in campo controlli a tappeto, pur necessari sin da prima, ma servono provvedimenti urgenti e adeguati per calmierare i prezzi dei carburanti e farli tornare alla normalità. Occore un’azione su più fronti, che riproponga, anche in maniera temporanea, lo sconto sulle accise, che stride fortemente con certe misure della manovra come quelle prese a favore dei club calcistici di Serie A o come l’iniqua flat-tax per le partite IVA e che metta nell’agenda di governo una seria riforma della tassazione sui carburanti fondata su 3 punti fondamentali:
- eliminazione di quote di accisa obsolete e ingiustificate, che portano il livello di tassazione italiano molto al di sopra degli altri Paesi europei;
- introduzione dell’accisa mobile, in grado di autoregolarsi al ribasso quanto le quotazioni dei prodotti petroliferi oltrepassino una soglia stabilita;
- scorporo dell’accisa dall’applicazione dell’IVA sui carburanti, l’ingiusta tassa sulla tassa.
Attraverso quest’azione combinata sarà possibile contenere in maniera significativa i prezzi dei carburanti e ridurre una tassazione che, oggi, arriva addirittura a circa il 60% del costo complessivo del carburante".
Federconsumatori Rimini