In questi giorni la politica è impegnata nella programmazione della fase 2. Quella della ripartenza. Le aspettative sono altissime e il compito arduo: perché deve tenere insieme la sicurezza sanitaria e la necessità di tornare a lavorare. Con la delibera della Regione Emilia Romagna si è definito un percorso chiaro per la gestione dei test sierologici, che rappresentano una risposta efficace ma ancora troppo piena di incognite per poter essere maneggiata con superficialità e pressapochismo. Men che meno la si può mettere in mano alla propaganda politica. Questo è l’ambito in cui si è mossa la sindaca di Riccione con la proposta di effettuare test a tutti ancor prima che l’autorità sanitaria ne abbia validato procedure e modalità di accreditamento dei laboratori privati. Scopiazzando in malo modo la delibera della Regione Emilia Romagna. Ha sviluppato un concetto sbagliato e pericoloso con pressapochismo, assumendosi il rischio di uscire dal percorso definito dalla Regione. Alimentando anche inutili illusioni e speranze nelle persone.Tutto quello che la politica non dovrebbe fare in questo momento. Aprendo scenari divisivi rispetto al prezioso lavoro di collaborazione istituzionale con cui fino ad oggi si è gestita una emergenza che ha visto imporre scelte durissime per la provincia di Rimini e proprio grazie a queste scelte raccogliere ora i frutti di un contagio sotto controllo e di strutture ospedaliere che non sono mai arrivate alla saturazione. Tosi non ha nessuna competenza per chiudere accordi con i laboratori privati. Mentre lei strilla sui giornali, la regione lo sta facendo per tutti noi.
Facciamo chiarezza dunque, sui test rapidi grazie al contributo della dottoressa Gambetti: I test sierologici sono un valido ausilio alla tutela della salute ma non possono essere usati a fini di propaganda politica perché vanno governati e controllati: se NEGATIVI vanno ripetuti dopo 15 gg e ogni volta che c’è un contatto dubbio; se POSITIVI testimoniano l’avvenuto contatto con il virus, ma non se il soggetto è immune o infettante.
Si deve quindi far sempre un esame di laboratorio: se l’esame di laboratorio è positivo per IgM (malattia in atto) bisogna fare il tampone. Una procedura complessa e delicata che necessita di essere gestita nei confini del controllo dell’azienda sanitaria. Deve quindi essere chiaro che non è proprio come prendere un caffè, come è noto che da settimane, molto prima della irresponsabile e pericolosa dichiarazione della Tosi, la Regione Emilia-Romagna ha riunito un team di esperti per scegliere (e ha scelto), tra le centinaia di test presenti sul mercato quelli con una specificità maggiore del 90%, e il cui risultato sia riproducile, per autorizzare anche i laboratori privati. Dopo la figuraccia nazionale in cui il virologo Burioni ha dovuto correggere il nostro sindaco che affermava di non aver mai sentito parlare di immunità di gregge, trovarsi oggi a dover intervenire per ripristinare il piano della verità è avvilente. Soprattutto perché la Tosi è stata rigidissima nel richiedere la proroga che tiene bloccata la provincia di Rimini nella zona arancione, impedendo agli operatori del turismo di recarsi nei propri luoghi di lavoro (spesso soli) per predisporre quanto utile alla eventuale riapertura. Prima tutto chiuso, state a casa, poi riapriamo con il test sospeso! Sappiamo che la coerenza le fa difetto ma qui non si scherza. C’è di mezzo la salute delle persone e la tenuta di una intera economia. Un atteggiamento che ci pare istituzionalmente molto scorretto nonché ondivago. Ma pericoloso al punto di dover richiedere una correzione da parte del commissario ad acta Sergio Venturi e dello stesso presidente della Regione Emilia Romagna. Bene ha fatto dunque, il sindaco di Santarcangelo a ricordarle il suo ruolo istituzionale e le responsabilità che vi sono associate, soprattutto quando diventano pericolose per la salute dei cittadini. Alla fine il sindaco di Riccione farà ciò che Regione e autorità sanitaria le consentiranno; avrà certo guadagnato qualche ora di visibilità, ma dovrà anche spiegare ai Riccionesi che le facili illusioni con cui vuole conquistarli sono strumento di esclusiva propaganda politica e nulla hanno a che vedere con la serietà richiesta all’espletamento del suo mandato.
Per permettere alla stagione turistica di ripartire servono risposte chiare a tutela della salute delle persone e degli operatori del turismo. Risposte che il sindaco potrebbe cominciare a dare per ciò che è di sua competenza: i regolamenti edilizi e urbanistici con cui si andranno a garantire le modifiche necessarie per la ristorazione, la spiaggia e l’hotellerie; la promozione della città; la cura del decoro cittadino e dei lavori pubblici; e molto altro ancora. Intanto noi stiamo lavorando ad una serie di proposte concrete per la città: una fra tante, utilizzare le entrate dell’ultimo quadrimestre 2019 e delle entrate dell’intero anno 2020 della tassa di soggiorno, per garantire la salute e la sicurezza della vacanza ai turisti e agli operatori. Serviranno tutte le risorse possibili per consentire di ripartire e soprattutto servirà efficacia dell’azione amministrativa. Questa emergenza richiede grande prudenza. Per tutelare la salute delle persone e per tutelare i nostri operatori e la stagione turistica.
Pd Riccione