Nel consiglio comunale di Rimini ieri sera si é discussa la mozione di sfiducia del Presidente del Consiglio rea di avere, ad avviso dell'opposizione unita, violato con più comportamenti, il dovere di imparzialità nello svolgimento della funzione.
La mozione é stata bocciata dalla maggioranza.
La presidente, che era stata eletta con i voti di tutti i gruppi politici, ora mantiene l'incarico con i soli voti della maggioranza.
Il dibattito consiliare ha confermato la veridicità dei fatti (che non potevano essere smentiti a causa dei filmati) denunciati dall'opposizione, ma la maggioranza ha voluto ugualmente negare l'evidenza, con il consigliere Casadei, che dopo aver citato il resoconto consiliare della seduta incriminata, di fronte alla contestazione e consequienziale richiesta del capogruppo Lega Marzio Pecci, al Segretario comunale, di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica in quanto evidentemente falsi, é stato costretto immediatamente a smentirsi affermando che la ricostruzione del fatto era personale e non dell'Ufficio comunale.
Il Consiglio, che si è svolto in un clima di leggera tensione nella maggioranza, ha visto intervenire nel dibattito tutti i consiglieri della corrente di minoranza del PD nonché il Consigliere Frisoni di Patto Civico che ha condiviso la fondatezza dei fatti descritti nella mozione di minoranza ed ha confermato col suo voto di astensione.
La maggioranza ed il consiglio escono dal voto divisi e la Presidente, come é stato detto durante il dibattito, ha salvato la poltrona ma, ormai, é "una anatra zoppa" priva di autorevolezza perché ora rappresenta solo la maggioranza.
I cittadini riminesi, qualora avessero avuto necessita di verifiche sui comportamenti democratici della maggioranza ora hanno la certezza che la maggioranza componente PD é indifferente alle regole che garantiscono il buon funzionamento dell'istituzione ed i diritti della minoranza.
La Lega auspicava un gesto di responsabilità del Presidente, ma la difesa d'ufficio del Sindaco del lavoro svolto dal Presidente lascia presagire cambiamenti futuri. Vedremo.
Marzio Pecci