2Dopo tre mesi di attesa abbiamo deciso di scendere di nuovo in piazza a Rimini come in tante altre città italiane, dalla Sicilia al Veneto, dalla Toscana alle Marche. In un Paese dove i nostri diritti annegano noi abbiamo deciso di lanciare un “salvagente”, e lo facciamo nell’unica maniera utile per essere ascoltati: organizzandoci insieme ad altri stagionali da Nord a Sud.
Lunedì 29 giugno (alle ore 15 di fronte alla prefettura di Rimini) saremo in conferenza stampa per presentare il “Coordinamento nazionale stagionali in lotta” e per dire a questo Governo, sordo con noi lavoratori stagionali ma ben addomesticato alle pretese di Confindustria, che anche noi abbiamo bisogno di aiuti concreti. Inutile l’indennità Covid da cui la maggior parte di noi è rimasta tagliata fuori. Infame la frammentazione fatta ancora una volta sulla nostra pelle: scomposti pre-covid in mille contratti flessibili, oggi siamo ulteriormente suddivisi tra stagionali e non stagionali per colpa di un codice (Unilav, Uniemens, Ateco) e per questo tagliati fuori dall’unico ammortizzatore sociale a cui potevamo appellarci per far fronte a questi lunghi mesi di inattività. Non siamo codici, siamo lavoratori e con il nostro sudore teniamo in piedi una fetta importante dell’economia di questo Paese ed è arrivato, quindi, il momento di pretendere soluzioni anche per noi. Per noi che la ricchezza la produciamo, noi che oggi vogliamo essere ascoltati e tutelati. Tre mesi di mutismo e di giochini tra nuove circolari dell’Inps e dichiarazioni sibilline della Ministra del Lavoro Catalfo hanno solo alimentato la nostra rabbia.
Pretendiamo delle misure permanenti e risolutive: chiediamo a gran voce il bonus 600 Euro per tutti gli stagionali, la proroga della Naspi fino a maggio 2021 e un’integrazione salariale sia per chi non sta lavorando in questo momento, sia per chi lavorerà meno, a causa del Covid.
Ma non solo. Pretendiamo anche la definitiva regolarizzazione di uno dei settori dove lo sfruttamento era ed è la normalità e dove le condizioni di lavoro, quest’anno, a causa della crisi Covid rischiano solo di peggiorare. Lavoro nero e lavoro grigio, assenza del giorno libero, zero maggiorazioni in busta paga, ore pagate a forfettario, sotto-inquadramento e demansionamento. Tutto questo è prassi durante la stagione.
Per questo chiediamo a gran voce di essere tutelati e che vengano rispettati i nostri diritti.
E’ necessario un massiccio impegno dell’ispettorato del lavoro, oggi totalmente assente, per rompere questo meccanismo di sfruttamento ed irregolarità; inoltre troviamo sia necessario istituire un unico CCNL per tutto l’indotto turistico e un salario minimo a 9 euro lordi l’ora che porti a rialzo i tabellari retributivi.
Queste sono le nostre richieste, questi i punti su cui daremo battaglia.
REDDITO, DIRITTI, DIGNITA' !
Coordinamento Nazionale Stagionali in Lotta