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Opinioni 16:13 | 12/11/2018 - Dall'Italia

Mamma Natuzza sarà beata, sopra il cielo di Baudelaire

“L’albatros” è una poesia di Baudelaire che ben rappresenta la visione decadente legata alla crisi dell’intellettuale che si respirava nell’Ottocento. Quel simbolismo utilizzato per descrivere la “perdita dell’aureola” dei sapienti che non si innalzavano più, ma si mischiavano alla massa. Un intelletto non compreso. Come l’albatros, che grazie nelle sue maestose ali in cielo vola regale ma se catturato dai marinai sulle loro navi viene deriso per la sua goffaggine derivata dall’imponenza del suo stesso piumaggio. La sensibilità dell’intellettuale incompreso che riesce a scorgere i misteri della vita, a scrutare l’inafferrabile riuscendo a volare al di sopra della comune coscienza come un “Principe delle nubi” (“L’albatros”, Baudelaire, 1857). Oggi quel simbolismo troverebbe connotazioni più confuse. Gli albatros si confondono talmente tanto con le nubi da non riuscire più a definire la loro maestosità. La loro sapienza spesso risulta goffa anche in cielo, ad ali spianate. Ed è curioso come una delle più grandi intellettuali del nostro secolo, che su quel cielo si scagliava nitida, sia stata analfabeta. Natuzza Evolo, la mistica di Paravati, è un lucente albatros che riusciva a volare su altre altezze. E ci ha insegnato che al di sopra del cielo di Baudelaire c’è una sapienza che supera i sapienti. Quel simbolismo ottocentesco è limitativo, non da una proiezione reale. Perché la realtà può arrivare a toccare i confini di quel cielo anche nella semplicità di chi sembra avere ali piccole e radicalizzate in un terreno che non sembra poter innalzare niente e nessuno. E invece Mamma Natuzza ha strascinato la sua esistenza nel dolore delle stigmate e nella Passione di Cristo, nella devozione totale agli altri, nella sapienza che può arrivare solo da Dio, nella gioia di chi sta al suo umile posto perché è proprio lì che sta la sua fortuna. In questi giorni la nave del Vaticano ha finalmente sciolto la riserva dando parere favorevole alla beatificazione della mistica. Evidentemente i marinai si sono convinti ad alzare lo sguardo. Ma tanto a Natuzza non servono né ali e né aureole per volare sopra al cielo.

Stefania Bozzo