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Opinioni 16:19 | 13/09/2019 - Dal Mondo

Tracce di monete bizantine sulla Sindone. E le datazioni al radiocarbonio degli anni ’80?

Non sono tanto le tracce micro-organiche che avrebbero potuto inquinare i risultati delle datazioni al radiocarbonio condotte nel 1988 sulla Sindone di Torino (che ha attribuito il telo al Medioevo), visto che i laboratori scientifici (se non mettiamo in dubbio la buona fede) avranno sicuramente effettuato analisi (con tecniche di microscopia e spettroscopia) e i relativi trattamenti preliminari sui campioni. Il punto cruciale è la localizzazione dei prelievi. E’ estremamente difficile che la datazione col metodo del 14C, se adeguatamente calibrata, possa portare a deviazioni molto consistenti sulle datazione e sul range dell’errore che accompagna sempre il periodo indicato. Nel caso della reliquia i prelievi di materia organica sono stati effettuati però esclusivamente su un lembo del telo, e non si possono non considerare le contaminazioni ambientali legate al decorso della storia. I campioni tessili, più di altri materiali, necessitano l’integrazione di una più ampia ricerca multidisciplinare. E la ricerca multidisciplinare per quanto riguarda la Sindone ci indica che è scientificamente più facile pensare che sia il lino che ha avvolto il corpo di Gesù Cristo dopo la crocifissione, piuttosto che l’opera magica di un artista medievale. Non è una pittura, è una certezza, non c’è colore. E quell’immagine d’uomo è impressa con una superficialità sul lino ad oggi non riproducibile raggiungendo gli stessi parametri chimico-fisici, sia a livello macroscopico che a livello microscopico. E’ spiegabile con un intenso campo elettrico (che secondo alcuni scienziati potrebbe essere l’effetto corona), sprigionatosi dall’interno del lenzuolo. Una radiazione intensa e breve. E poi, accanto al cruccio del mistero legato alla formazione dell’impronta sul lenzuolo, vi è tutta una serie di studi di contorno che hanno lo scopo di avvallare (o meno) l’autenticità della datazione al I sec. D. C. L’ultimo studio portato avanti da un team di ricercatori statunitensi e dall’Università di Padova, pubblicato sul Journal of Cultural Heritage, ha ipotizzato la presenza di tracce di possibili monete bizantine. E’ stato individuato dell’Elettro, una antica lega di oro e argento con rame, che potrebbe attestare l’uso di produrre reliquie per contatto in un periodo antecedente al Medioevo. Il parametro di datazione assoluta, legato alle analisi al radiocarbonio eseguite negli anni ‘80, di certa attribuzione della Sindone intorno al XIV risulta ad oggi scientificamente meno probabile rispetto all’evoluzione delle ultime ricerche, che tendono ad invecchiare il telo di almeno 1000 anni.

Stefania Bozzo