Mi dispiace per i miei fedelissimi lettori, ma oggi non parlerò di politica per non deludere e dividere una realtà abbondantemente frantumata. Il dubbio atroce che mi impedisce di prendere sonno nel Borgo Fortunato che ancora pullula di turisti estasiati dalle bellezze riminesi è: veramente volevate il fossato? E Rino vi è così antipatico? A me che vengo dal contado, imprintato ad Urbino dalla musica del mio amico Ivan, questa Rimini felliniana piace un casino. E non faccio un discorso di parte. I partiti non ci sono più, come le ideologie dell’800. Anche i Papi hanno qualche problemino e l’America è stanca di pararci il lato B. Andrea, mi permetto di chiamarlo così familiarmente, è il mio sindaco e credo meriti di essere ringraziato di quello che ha fatto per la nostra città. Poi, giustamente, ci saranno e ci sono le critiche ma non possono essere strumentali. Attenti a non buttare il bambino con l’acqua sporca. In dieci anni ha ribaltato la città. Poteva fare di più? Forse. Ma io sono convinto che se ha qualche volta sbagliato (?) lo ha fatto per amore. In amore tutto si perdona. Adesso tocca a chi è sceso nell’agone politico. Tre sono i temi: Sicurezza. Sicurezza. Sicurezza. Siamo in una città turistica da Cattolica a Bellaria con un meraviglioso entroterra. Dobbiamo accogliere l’ospite (inviato da Dio) nel modo migliore. Dobbiamo vivere tutti i giorni e le notti senza paura e senza scassamaroni. Poi ci sono le colonie (uno scandalo al sole), i parcheggi, la viabilità e che più ne ha più ne metta. Ma questi saranno sicuramente presenti nei programmi elettorali come i vetusti manifesti che iniziano ad inflazionare la città con i candidati e le candidate con quel sorriso un po’ così che abbiamo noi quando pensiamo a Genova…
Non volevo parlare di politica perché oggi volevo solo fare gli auguri rurali a Tino Karner, Avvocato di Graz, Konsole del Beato Enrico che ha fatto per la nostra Riviera e il nostro turismo più di tante Agenzie e Uffici destinati alla Promozione (lautamente pagata!) del nostro meraviglioso “terroir”. Lo dico alla francese perché fa molto figo ricordando sempre che Rimini è Rebola e Rebola è Rimini.
Rurali sempre
Enrico Santini