Il nuovo singolo “Voglio” di Marco Mengoni è un’improbabile vita spericolata, eseguita da un grande talento che in questo paroliere ha voluto dare una voce esasperatamente ribelle al suo bel canto. E’ che, parafrasando scontatamente alla Bersani, non è che “se nasci tondo puoi mica diventare quadrato”. Che poi diventa un discorso di credibilità. Quei “Voglio una moto veloce”, “Voglio avere voglia come un primitivo”, “Voglio un cuore da dinosauro”, “Voglio amarti come un cane con la luna piena”, il tutto condito dalle caramelle dagli sconosciuti, tuonano come un remake bersaniano di una vita maleducata che se ne frega di tutto (sì). Il guaio è che è palesemente una vita non sua, un’esasperazione che non riesce a vestirlo. La interpreta, bene come sempre, ma quelle grida evidentemente neanche lui le sente. Ed è ancora più palese nel videoclip musicale, dove immagine e suoni cercano invano di fondersi. Si rincorrono, ma non si incontrano mai. Il guaio è che stanno ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi. E il risultato è un’interpretazione come quella dei film, con un Mengoni molto diversamente Vasco e molto attore di un ruolo poco credibile. Anche se tutto sommato è preferibile non associare il talentuoso cantante a quello che sbraita in questo pezzo, dove sembra che si sia fumato l’erbavoglio o che abbia esagerato con i whisky al Roxy bar. Il distacco lo salva da questa canzone spericolata; dall’accozzaglia di luoghi comuni uniti all’immagine di un Mengoni che, come un cane primitivo dal cuore di dinosauro, ama una sventurata sotto la luna piena. Preferiamo ricordarcelo che sogna a occhi aperti, sul ponte di un traghetto, credendo di vedere nel mare il suo riflesso.
Stefania Bozzo