Aumentano gli ingressi e le donne assiste dai Centri antiviolenza, ma anche coloro che usufruiscono dei corsi e dei servizi della casa delle donne per il supporto al lavoro, la tutela giuridica e commercialistica e il sostegno psicologico. I dati del 2022 evidenziano dunque una maggiore richiesta quantitativa che riflette però anche una differenziazione dei servizi offerti, non riconducibili esclusivamente a fenomeni di violenza.
Centri antiviolenza
Nel 2022 sono state 341 le donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza, con un aumento di 69 rispetto alle donne accolte nel 2021, quando il numero si fermava a 272.
Nelle Case rifugio ad indirizzo segreto nel 2022 sono state accolte 30 donne e 25 minori per un numero di notti pari a 3360 per le donne e 2820 notti per i minori per un totale di 6180 notti di ospitalità. L’aumento della domanda ha portato all’apertura di un'altra casa rifugio, denominata CASA ANGELA (nome dedicato ad una delle vittime dei femminicidi avvenuti a Rimini l’anno scorso) allo scopo di potenziare i posti disponibili per l’ospitalità.
Casa delle donne
321 invece le donne che si sono rivolte, a vario titolo, ai servizi della “Casa delle donne”, 27 in più rispetto lo scorso anno, confermando un trend in progressivo aumento dal 2019, quando il numero complessivo era di 259.
Si tratta, a differenza dei centri antiviolenza, di donne che non necessariamente sono vittime di violenza, ma che manifestano bisogni relativi alla sfera del sostegno psicologico, della tutela legale e commercialistica o della ricerca del lavoro. Non solo, tra queste rientrano anche coloro che si rivolgono agli sportelli per avere informazioni o hanno frequentato, ad esempio, i corsi di autodifesa.
Tra gli sportelli, quello di consulenza psicologica è quello più utilizzato, con 82 consulenze (23 in più dello scorso anno), seguito da quello legale (56 accessi, 16 in più del 2021), quello commercialistico (attivo però solo da settembre, con 38 accessi) , 38 invece gli accessi per consulenze relative al curriculum e al lavoro. 60 invece le donne che si sono rivolte allo sportello informativo o hanno partecipato a corsi di formazione, 60 anche coloro che hanno chiesto informazioni o assistenza per stalking o violenze.
“Questi numeri - sottolinea Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche di genere del Comune di Rimini – ci indicano l’importanza di procedere come Amministrazione comunale in due direzioni parallele. La prima, è quella che riguarda la risposta immediata all’emergenza, al contingente, alla protezione di chi segnala una violenza oppure richiede un aiuto o una consulenza al centro antiviolenza. La seconda invece è a medio e lungo termine e prende in considerazione un livello più culturale e formativo. Va in questa direzione, ad esempio, il percorso di realizzazione di un centro di documentazione e formazione sulle pari opportunità che comprenda al suo interno i diversi attori territoriali che si occupano di contrasto alla violenza. Oppure la recente attivazione anche sul territorio riminese del protocollo Zeus tra Comume, Questura e associazioni che si occupano di maltrattanti: un protocollo che sta dando ottimi risultati in altre realtà dove è attivo da più tempo, e consente agli uomini segnalati dalle Questure di accedere gratuitamente a percorsi psicologici e psicoterapeutici (chi è stato inserito in questi percorsi non ha più compiuto altri reati). Come Amministrazione ci teniamo a sottolineare un concetto per noi fondamentale; sia nel trattamento dei casi di violenza, che nell’attivazione di percorsi di approfondimento formativo e culturale, è necessario, vista la delicatezza dell’argomento, affidarsi a figure professionali specializzate e di esperienza”.