I privilegi degli Amministratori Comunali: aumenti delle retribuzioni sproporzionati e fuori dalla realtà!
Il Governo Draghi con la Legge di Bilancio (Finanziaria) del 30/12/2021 ha aumentato le retribuzioni degli incarichi politico amministrativi, in modo sproporzionato.
A Rimini, con popolazione superiore a 100.000 abitanti, l’aumento dell’indennità del Sindaco è parametrato all’80% del trattamento economico del Presidente della Regione: attualmente pari a 13.800 euro lordi mensili.
Conseguentemente l’indennità del Sindaco aumenta dall’importo annuo di 68.717,52 euro a 132.480,00 euro; mensilmente da 5.726,46 euro a 11.040,00 euro;
Così come aumentano le altre indennità attualmente proporzionali a quelle del Sindaco:
1) in misura del 75% per il Vice-Sindaco dall’importo annuo di 51.538,20 euro a 99.360,00 euro; mensile da 4.294,85 euro a 8.280,00 euro;
2) In misura del 60% per gli Assessori (8) e il Presidente del Consiglio Comunale dall’importo annuo di 41.230,68 euro a 79.488,00 euro; mensile da 3.435,89 euro a 6.624,00 euro. L’ammontare complessivo (79.488 x 9) è 685.392,00 euro annui (ex 371.076,12 euro);
3) La somma totale degli aumenti di Sindaco, Vice-Sindaco, Assessori e Presidente del Consiglio registra un significativo incremento da euro 491.331,00 a euro 917.232,00.
L’Amministrazione Comunale di Rimini, in sede di prima applicazione della Legge, ha aumento l’indennità di funzione del +45% nell’anno 2022 e del +68% nell’anno 2023, arrivando al +80% nel 2024.
Certo è che il Comune di Rimini ha dovuto approvare una variazione di bilancio per finanziare la maggiore spesa di 205.700,00 euro nel 2022, di 307.800,00 euro nel 2023, 448.700,00 euro nel 2024 per un totale di 960.000,00 euro.
Lo Stato, ha stanziato le risorse per l’attuazione di questa Legge: incrementando il fondo destinato all’aumento delle indennità di +100 milioni di euro per l’anno 2022, +150 milioni per l’anno 2023 e +220 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024, nonostante il Debito Pubblico abbia raggiunto i 2.686 miliardi di euro e una pressione fiscale del 43% che grava sui cittadini.
Sottolineo che questa Legge del Governo Draghi non ha alcuna motivazione sottostante e gli aumenti sono quanto di più distante dalla realtà che vivono tutti i nostri concittadini, che attualmente devono confrontarsi con un incremento dei beni di primario consumo, delle materie prime (luce +55%, gas +42%, rispetto al trimestre precedente) e un’inflazione ufficiale del +4,8% (fonte Istat).
Sono impensabili simili adeguamenti contrattuali per gli addetti del mondo del lavoro e della produzione, anche in ruoli di primaria responsabilità.
Al riguardo, ritengo improponibili le eventuali richieste di aumento del gettone di presenza avanzate da parte di alcuni consiglieri comunali, Incompatibili con il contesto e incoerenti con il mandato conferito dagli elettori, per cui chi ricopre incarichi istituzionali deve essere un esempio e non un privilegiato.
L’attuazione di questa legge risulta pertanto incomprensibile e incompatibile nell’attuale contingenza economica di famiglie e imprese; crea privilegiper gli amministratori comunali completamente decontestualizzati e sproporzionati rispetto alla realtà.
Nel corso della mia storia, mi sono sempre battuto contro i costi della politica, come nel 2007 quando ero in Consiglio Regionale, con la mia iniziativa legislativa di riduzione di 17 Consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna che ha consentito il risparmio di 7 milioni di euro agli emiliano romagnoli.
E continuo a battermi per questo.
Gioenzo Renzi
Capogruppo Consigliare di Fratelli d’Italia Rimini